Il primo maggio del 1925 Benedetto Croce insieme a un gruppo di intellettuali italiani pubblicava il “Manifesto degli intellettuali antifascisti”, in contrapposizione al fascismo che l’anno prima aveva deciso di spostare al 21 aprile, “Natale di Roma”, la festa del lavoro.
Solo nel 1945 la festa del lavoro venne riportata alla sua data originaria.
Questa premessa per dire che il primo maggio non si celebra solo il lavoro ma anche un’idea di società. Libera, democratica, contro il razzismo e la prevaricazione, per i diritti. In una parola, antifascista.
Per questo la manifestazione dell’estrema destra oggi a Bologna, in contrapposizione a quella ufficiale di Cgil, Cisl, Uil, era una provocazione in sé, prima ancora di andare in scena.
Promossa dal “Movimento Nazionale della Rete dei Patrioti”, che ha come slogan “uomini siate e non pecore”, dai fondamentalisti cattolici, antiabortisti e antisionisti di “Militia Christi”, no vax e con l’adesione di altre sigle come “Fiamma Tricolore”, “Casa Pound” e “Sindacalismo rivoluzionario“, era stata autorizzata tra molte polemiche dalla Questura. Autorizzata, tra l’altro, in Piazza della Pace, a due passi dallo stadio Dall’Ara e dalla targa in memoria di Arpad Weisz, l’allenatore ebreo ungherese del Bologna calcio morto ad Auschwitz il 31 gennaio 1944.
Una provocazione bella e buona, contestata non solo dagli antagonisti ma anche dal Pd e da altre sigle politiche. Un raduno che ha provocato preoccupazione e tensioni.
I gruppi antagonisti hanno organizzato una contromanifestazione e hanno sfilato dietro a uno striscione che recitava “Fascisti nemici dei lavoratori, primo maggio antifascista”, cercando di raggiungere Piazza della Pace.
Per evitare il contatto la Questura ha dovuto mettere in campo un imponente spiegamento di forze dell’ordine con tanto di idranti. Scontri e tafferugli sono stati per fortuna evitati, ma lo sfregio alla festa del lavoro e dell’antifascismo c’è stato.
E Bologna ha risposto come sa. Qualcuno, dai condomini attorno alla piazza, ha mandato a tutto volume Bella ciao.
Ebbene, nel servizio del Tg3 regionale di questa sera il commento del giornalista è stato il seguente: “La musica che usciva dal primo piano di un condominio era senza dubbio una provocazione ma sono stati bravi i dirigenti del movimento nazionale della rete dei patrioti di estrema destra a proseguire tranquilli”.
E questo mentre a Roma, per il concertone, Fedez ha accusato la Rai di aver tentato di censurare il suo discorso sul disegno di legge Zan contro l’omotransfobia, in risposta ad un’altra, immancabile provocazione, quella di Matteo Salvini che aveva twittato: “Il ‘concertone’ costa circa 500.000 euro agli italiani, quindi i comizi de sinistra sarebbero fuori luogo”.
Per poi aggiungere: “Sono curioso di vedere se stasera qualche artista de sinistra farà il suo solito comizio de sinistra mancando di rispeto a chi paga il canone Rai e ai lavoratori e alle lavoratrici che non hanno colore politico”.
Non ha dovuto attendere molto. Fedez gli ha risposto per le rime. Il comportamento della Rai, servizio pubblico, a Bologna e Roma, invece ha stonato parecchio.
Tra estremisti di destra, CasaPound e antifascisti chi sono i provocatori?
A Bologna, mentre si celebrava il Primo Maggio, la questura ha autorizzato un'adunata nera. Si possono fare cose simili?
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Claudio Visani Modifica articolo
2 Maggio 2021 - 15.41
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