Dopo l’astensione della Lega sulle misure decise da Draghi e in vigore da lunedì, in contrasto con gli altri partiti del governo, è stata segnata una spaccatura tra chi chiede riaperture subito e chi invita alla calma.
Letta attacca Salvini, intimandogli di decidere da che parte stare: “La parola ‘riaperture’ è la più abusata in questi giorni. Riaperture in sicurezza e irreversibili, meglio specificare, considerata la situazione sanitaria ancora precaria e le tensioni conflagrate ieri in Consiglio dei ministri intorno al coprifuoco, col dietrofront poco serio della Lega. Tuttavia, oltre (e in parallelo) alle riaperture, è tempo di mettere al centro del dibattito pubblico, e delle decisioni della politica, anche la parola ‘ricostruzione'”.
Il segretario del Pd prosegue: “Non è, però, più sufficiente solo aggiustare, tamponare, ristorare. Si tratta ora di cominciare a scrivere, condividere e rendere operativo sui territori un grande Patto per la ricostruzione del Paese”, scrive Letta che prosegue: “Il modello per noi è quello dell’accordo voluto da Ciampi nel luglio ’93. Segnò una svolta nella storia economica del Paese, con imprese e lavoratori protagonisti della ripresa”.
Letta parla di “un Patto per la Ricostruzione – elaborato dal governo con tutte le parti sociali, con il coinvolgimento fattivo dei sistemi territoriali e con il sostegno genuino delle forze politiche – può essere l’occasione per potenziare quel che sin qui è stato insufficiente, poco chiaro, farraginoso”. Per Letta, tra l’altro, “soprattutto la Lega di Salvini deve decidere una volta per tutte se sta al governo o se sta all’opposizione: stare in entrambi è impossibile, evidentemente”.
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