Sibilia: "Meglio dire addio alla piattaforma Rousseau". Azzolina: "O cambia, se no..."
Top

Sibilia: "Meglio dire addio alla piattaforma Rousseau". Azzolina: "O cambia, se no..."

Fra il Movimento e la piattaforma non c’è mai stata tanta distanza

Associazione Rousseau
Associazione Rousseau
Preroll

globalist Modifica articolo

4 Marzo 2021 - 11.04


ATF

Il tema fa discutere i big pentastellati, che chiedono un cambio di passo. 

“Se non si trova un accordo rapido con la Rousseau ci rivolgeremo ad altre società che possano offrirci una consulenza simile” afferma il sottosegretario agli Interni, Carlo Sibilia, in un’intervista a Repubblica. “Il buon vecchio Rousseau andava bene finché restava il pensatoio del M5S, ma oggi viene invece percepito come un partito nel Movimento, finanziato dai parlamentari per fare però un’azione contro lo stesso M5S”… “Al momento la cosa importante è che il rapporto tra M5S e Rousseau sia ben definito in delle cornici chiare rispetto ai ruoli di ognuno”. Non ha dubbi: “Abbiamo grande rispetto per la memoria di Gianroberto Casaleggio, però a questo punto ripeto: o si trova un accordo per un contratto trasparente oppure di società sul mercato che possono offrirci ciò di cui abbiamo bisogno ce ne sono diverse”. Se insomma non si trova la quadra siete pronti a rompere. “Assolutamente sì. Sui temi e sulle idee dobbiamo far esprimere gli attivisti ma non creare ogni volta un campo minato”.

Leggi anche:  M5s, Todde traccia la linea: "Abbandonare il passato anti-sistema, non possiamo solo fare testimonianza"

Per Lucia Azzolina Rousseau ”è stata una grande idea, ha riavvicinato i cittadini alla vita politica. Nel 2018 però siamo stati votati da 11 milioni di persone; sulla piattaforma Rousseau decidono invece poche migliaia di persone. L’idea giusta è sempre quella di allagare la partecipazione, ma non so se la formula attuale di Rousseau sia adatta. Qualcosa dovrà cambiare”. Quanto ai nuovi sviluppi dentro M5S, l’ex ministro dell’Istruzione parla di “nuovo inizio per il Movimento” con Giuseppe Conte, che però “va aiutato da tutti, non usato. Solo così possiamo crescere”. Servirà “un’organizzazione, strutturata anche nei territori, in cui si premino le competenze e che metta al centro i temi del nostro futuro, che non sono solo quelli ambientali. C’è il sostegno alle fasce più deboli, l’istruzione, il lavoro. E ci vuole anche una comunicazione più prudente e chiara intorno alla nostra linea politica”. 

Native

Articoli correlati