Bettini rilancia Conte: "Rimane una carta decisiva del fronte democratico"

membro della direzione nazionale del Pd: "Zingaretti ha svolto un lavoro gigantesco. È partito con un Pd in agonia. Ora in Italia, senza il Pd, non si può combinare nulla di buono"

Goffredo Bettini
Goffredo Bettini
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21 Febbraio 2021 - 09.57


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Lui che è stato ed è la mente politica del Pd gestione Zingaretti è convinto che l’alleanza Pd-M5s e Leu potrà andare lontano. E anche durante l’attuale governo le cose potrebbero evolvere.
“Draghi ha presentato al Parlamento una strategia forte e concreta. Ha suscitato un consenso amplissimo. Il Pd darà un sostegno limpido e duraturo. Anche perché l’ispirazione di Draghi è fortemente europeista e aderente al modello sociale emancipative descritto dalla Costituzione. Certamente i problemi potranno venire quando si dovrà decidere sui provvedimenti concreti”.
Lo ha detto Goffredo Bettini, membro della direzione nazionale del Pd.: “

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“Draghi non può essere tiranneggiato da una scadenza temporale. Ha detto, giustamente, che vuole affrontare le emergenze e realizzare le riforme, che considera due obiettivi da raggiungere simultaneamente.
La durata coinciderà con la piena realizzazione del suo programma – afferma -. Conte continua ad avere una grandissima popolarità. È caduto non per il fallimento del suo governo che ha ottenuto risultati importanti, ma per una manovra politica. Spetta a lui decidere cosa fare, ma credo che i suoi avversari si illudono se pensano di poterlo togliere dal campo. Rimane una carta decisiva del fronte democratico. Riferimento di tanti cittadini semplici, dei giovani attenti alle tematiche ambientali, di dinamici ceti moderati e produttivi”.

I Cinque Stelle “hanno contribuito nel governo Conte II alla salvezza dell’Italia. Per continuare ad esercitare un ruolo positivo nel governo del Paese stanno pagando con generosità prezzi molto alti. Non so quale sarà il loro approdo. So, comunque, che il sistema politico italiano sta attraversando mutazioni, ristrutturazioni e possibili ricomposizioni rapide e imprevedibili. In questo quadro anche la stucchevole discussione nel Pd ‘con i 5 Stelle sì, con i 5 Stelle no’ è in molti casi una pura esigenza di posizionamento in tempo. Occorre leggere le dinamiche in atto e guardare al futuro; capire, per quanto riguarda il mio partito, che funzione vuole svolgere in Italia e in Europa”.

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“Zingaretti ha svolto un lavoro gigantesco. È partito con un Pd in agonia. Ora in Italia, senza il Pd, non si può combinare nulla di buono. E anche Draghi lo sa. Se c’è un segretario che non ha timore di perdere ta leadership è proprio lui. Non ama il potere, ha una modestia e misura circa il suo valore, persino eccessive – conclude -. È stato sottoposto a attacchi malevoli e offensivi. Quando la pandemia lo permetterà, si discuteranno apertamente il bilancio e le prospettive del Pd e le alternative di linea e di persone. Superando l’attuale mormorio logorante”.

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