Il rischio di trovarsi invischiati in un pantano, quello della Capitale, che spaventa tutti gli esponenti politici di primo piano.
I principali partiti non hanno ancora presentato nomi forti per il Campidoglio: un rischio, quello di candidarsi a sindaco di Roma, che nessun sembra voler prendere.
Il “no grazie”, cortese ma fermo, del premier dimissionario Giuseppe Conte ad una sua ipotetica corsa in Campidoglio come nome unitario dell’alleanza M5s-Pd ripropone il tema di fondo delle prossime amministrative romane: a pochi mesi dalle urne centrosinistra e centrodestra sono ancora senza candidato.
Sei mesi dopo l’annuncio di Virginia Raggi di voler tentare il bis a Palazzo Senatorio, scelta che non trova compatto tutto M5s, né il Pd né le forze di opposizione hanno trovato nomi autorevoli da contrapporle.
I partiti alla finestra – Nessun esponente politico di primo piano sembra voler rischiare di impantanarsi nei problemi della Capitale. La suggestione attorno al nome di Conte era maturata nel centrosinistra romano nei giorni successivi alle sue dimissioni.
Alcuni esponenti dem ragionavano sul fatto che il profilo del premier uscente avrebbe visto una convergenza ampia dell’ex maggioranza giallorossa e indotto la Raggi ad un passo indietro.
Ma l’idea di un ridimensionamento rispetto alla ribalta nazionale non deve essere sembrata particolarmente allettante. Inoltre la sindaca non appare intenzionata a farsi da parte.
La campagna social della Raggi – In queste settimane la Raggi ha avviato una campagna social in cui rivendica le cose fatte durante la consiliatura e prosegue la ricerca di volti legati ai temi della legalità e delle periferie da inserire nella lista civica a supporto della ricandidatura.
Qualora non venisse confermato nel nuovo esecutivo, altro nome caldo nel Pd resta quello del titolare dell’Economia Roberto Gualtieri, sul quale cercare un’intesa con i grillini magari al ballottaggio.
Perché finora nessuno dei nomi che si sono fatti avanti nel centrosinistra, dal leader di Azione Carlo Calenda (che ha raccolto il sostegno di Italia Viva) agli esponenti locali pronti a correre alle primarie (Giovanni Caudo, Tobia Zevi, Paolo Ciani), sembra riscontrare un consenso unanime nella coalizione.
Le scelte del Pd – Una volta terminata la crisi di governo la segreteria di Nicola Zingaretti è attesa subito dal nodo elezioni amministrative: a giugno o settembre si voterà in oltre 1.200 Comuni, tra cui Milano, Torino, Bologna, Roma e Napoli.
A destra qualcosa potrebbe muoversi nei prossimi giorni. Esponenti di Lega e Fratelli d’Italia confermano che al momento i due nomi più gettonati sono quelli dell’ex capo della Protezione Civile Guido Bertolaso e del presidente del Credito Sportivo Andrea Abodi.
“Esponenti politici locali pronti a poter competere ad oggi non ne abbiamo, allora meglio affidarsi a profili più tecnici, stimati in maniera trasversale sia sui territori sia tra le imprese”, il ragionamento che viene proposto da alcuni dirigenti romani del centrodestra. Anche in questo caso la scelta potrebbe arrivare dopo la formazione del nuovo governo.
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