Il problema è che nessuno è così sicuro del Contre-ter in questa parte finale di legislatura.
E qualche distinguo comincia a manifestarsi.
“Non credo che Conte sia l’unica soluzione per uscire dallo stallo, credo sia la soluzione gradita a M5S e Pd: lo capisco ma non mi spingerei a dire che sia l’unica”. E’ quanto ha detto il sindaco Giuseppe Sala.
Ribadendo che questa “è una crisi che non ci voleva”, Sala ha spiegato che è “difficile dire quello che succederà ma non la metterei tanto su chi sarà il futuro presidente del Consiglio, quanto sulla qualità dei ministri e quindi spero non sia solo un rimpasto per riponderare il peso dei partiti ma che sia l’occasione per portare a gestire il nostro Paese alle persone più capaci”.
“Credo che il nostro governo debba fare essenzialmente due cose: la prima è portarci fuori da questa situazione pandemica e la seconda è una buona gestione del Recovery plan” ha precisato il sindaco del capoluogo lombardo, sottolineando che “il recovery plan è importantissimo, pensate per Milano che deve ovviamente cambiare la qualità e la tipologia del lavoro: una città strutturata per accogliere tanto turismo, ora una parte di chi lavorava in quel settore dovrà trovare spazio in altro”. “Non è facile la riconversione – ha continuato – ma se attraverso il recovery plan noi possiamo mettere in atto programmi come l’allungamento delle metropolitane, forti interventi sull’edilizia popolare e efficientemente energetico, questo vuol dire lavoro”.
“E’ un momento in cui bisogna rimettere il Paese in condizioni di produrre un piano serio e credo che discussioni come quello sul proporzionale, non solo non interessino alla gente ma sono dannose in questo momento” ha concluso il sindaco, ricordando che “all’Italia sono sempre mancate le riforme ma forse questa non è la stagione più giusta, le invocavamo quando si potevano fare”.
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