Graziano Delrio, capogruppo Pd alla Camera, riguardo la risicatissima maggioranza del governo Conte è conspevole che “con questi numeri è complicato anche solo gestire l’ordinario, figuriamoci lo straordinario. Per questo lavoriamo ad un allargamento vero”.
Per Delrio “serve un progetto strutturato. Le forze europeiste, liberali, popolari, alle quali si è rivolto legittimamente il presidente del Consiglio Conte devono organizzarsi in un gruppo parlamentare. Altrimenti non riusciremo a fare un patto di legislatura che abbia obiettivi precisi”.
Anche perché la crisi politica, dice Delrio, “ha interrotto un percorso di cambiamento che avevano intrapreso, tutti insieme, i partiti della maggioranza. Il Pd mirava al rilancio dell’azione riformista. Laddove per riformista non si intende una parola vuota, una formula politicista. Significa ridare forma alle questioni strutturali in cui il nostro paese è più debole. Per dire, il funzionamento della Pa che non si risolve commissariando tutto; una riforma fiscale, per un fisco più giusto dove tutti pagano le tasse ma meno; una riforma della giustizia”.
È un vasto programma, e Delrio lo sa: “Ma senza ambizioni alte – rileva – non si sopravvive nel fango. Anche nel Dopoguerra, quando eravamo nella miseria, ne uscimmo grazie a obiettivi elevati: la comunità europea, la democrazia, l’educazione per tutti. La grande azione riformatrice dei partiti popolari degli anni Sessanta aveva questo obiettivo: rendere più sicura la vita delle persone. Fare politica voleva dire provvedere e proteggere: provvedere ai bisogni, proteggere dai pericoli. Adesso però il cammino si è interrotto con la scelta di Iv e per questo siamo tutti un po’ smarriti. Un primo passo è stato fatto, con il voto di fiducia alle Camere, adesso dobbiamo dare solidità a questo cammino”.
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