L’ex premier alza ancora il tiro e spiega che senza la maggioranza assoluta, dal suo punto di vista, non può esserci un nuovo governo Conte. La fiducia, però, si ottiene con la maggioranza relativa per scelta deliberata dei padri Costituenti, come spiega il costituzionalista e parlamentare Pd Ceccanti. Favorevoli, astenuti e contrari: ecco il pallottoliere di Palazzo Madama padri costituenti, però, vollero fissare
Si sente messo alle strette Matteo Renzi, probabilmente perché le cose non stanno andando esattamente come lui le aveva previste secondo inesplicabili calcoli politici. Per il leader di Italia Viva, probabilmente, le cose si sarebbero risolte in due scenari: nel primo, l’attuale esecutivo lo avrebbe supplicato di rimanere nella maggioranza in un Conte Ter, dove Italia Viva avrebbe avuto un ruolo di maggior potere; oppure, che molti seguissero il suo esempio e voltassero le spalle a Conte, aprendo la strada a nuove elezioni.
Ma la situazione non sembra profilarsi in questo modo, tanto che Renzi, in un’intervista alla Stampa, ha un atteggiamento quasi scaramantico: “Conte non mi pare che abbia i numeri. Ma se li avrà, auguri. È la democrazia. E la democrazia è sacra. Resta un fatto, però: se non prende 161 voti, tocca a un governo senza Conte”.
Quanto alla possibilità che alcuni esponenti di Iv votino la fiducia a Conte, Renzi spiega: “Forse qualcuno lascerà, ma se fossi nel governo, almeno per scaramanzia, aspetterei martedì per vedere come va a finire. E resta il fatto che io ho posto una serie di questioni di merito su vaccini, sanità e investimenti, mentre loro rispondono con una manciata di responsabili. Magari avranno la vittoria numerica, ma io ho scelto una strada politica, Conte ha scelto l’azzardo. Governare mettendo assieme Mastella e la De Petris di Leu non sarà facile”.
Sulla fiducia “io mi astengo”, prosegue, e sottolinea: “Ho utilizzato verso Conte parole molto più gentili di quelle che usava Zingaretti su di lui nei nostri colloqui privati. Evidentemente ha cambiato idea. Capita a tutti. Quando Zingaretti parla non rispondo mai alla prima dichiarazione. Se avessi ascoltato Nicola alla prima dichiarazione – nell’agosto del 2019 – oggi avremmo un Governo Salvini-Meloni”.
E se questa storia finisse con il voto anticipato? “Non esiste”.
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