Recovery Plan: ecco come verranno impiegati i 223 miliardi
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Recovery Plan: ecco come verranno impiegati i 223 miliardi

Quasi 20 miliardi andranno alla sanità, oltre alla metà saranno investiti su rivoluzione green e digitalizzazione

Conte e Van der Leyen
Conte e Van der Leyen
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13 Gennaio 2021 - 09.28


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Dopo mesi intensi di trattative è stato approvato ieri sera nel Consiglio dei Ministri il Recovery Plan, testo di 160 pagine per il rilancio dell’Italia.

Il Recovery Plan vale 222,9 miliardi che saranno così suddivisi: per digitalizzazione e cultura sono stanziati 46,18 miliardi, per la rivoluzione verde 68,9 miliardi, per le infrastrutture 31,98 miliardi, per l’istruzione 28,49 miliardi, per l’inclusione e la coesione 27,62 miliardi e per la salute 19,72 miliardi.

Ecco nello specifico cosa prevede il piano:

Con il Piano, il governo intende massimizzare le risorse destinate agli investimenti pubblici, la cui quota supera il 70%.

Gli incentivi a investimenti privati sono pari a circa il 21%. Impiegando le risorse nazionali del Fondo di sviluppo e coesione 2021-2027 non ancora programmate, è stato possibile incrementare gli investimenti di circa 20 miliardi per nuovi progetti in settori importanti, che comprendono la rete ferroviaria veloce, la portualità integrata, il trasporto locale sostenibile, la banda larga e il 5G, il ciclo integrale dei rifiuti, l`infrastrutturazione sociale e sanitaria del Mezzogiorno.

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I singoli progetti di investimento sono stati selezionati secondo criteri volti a concentrare gli interventi su quelli trasformativi, a maggiore impatto sull`economia e sul lavoro.

A tali criteri è stata orientata anche l`individuazione e la definizione sia dei “progetti in essere” che dei “nuovi progetti”.

Per ogni missione sono indicate, inoltre, le riforme necessarie a realizzarla nel modo più efficace.

Il primo 70 per cento delle sovvenzioni verrà impegnato entro la fine del 2022 e speso entro la fine del 2023.

Il piano prevede inoltre che il restante 30 per cento delle sovvenzioni sarà speso tra il 2023 e il 2025.

I prestiti totali aumenteranno nel corso del tempo, in linea con l`obiettivo di mantenere un livello elevato di investimenti e altre spese, in confronto all`andamento tendenziale.

Nei primi tre anni, la maggior parte degli investimenti e dei “nuovi progetti” (e quindi dello stimolo macroeconomico rispetto allo scenario di base) sarà sostenuta da sovvenzioni.

Nel periodo 2024-2026, viceversa, la quota maggiore dei finanziamenti per progetti aggiuntivi arriverà dai prestiti.

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Il Pnrr impatterà positivamente sulle principali variabili macroeconomiche e sugli indicatori di inclusione, equità e sviluppo sostenibile attraverso i maggiori investimenti che attiverà direttamente e indirettamente e le innovazioni tecnologiche che introdurrà e stimolerà.

Questi effetti saranno amplificati dalle riforme di contesto e da quelle più settoriali inserite nelle singole componenti del Piano.

Una valutazione dell`impatto complessivo di investimenti, trasferimenti, incentivi e riforme, nonché dell`effetto moltiplicativo che potrebbe realizzarsi grazie all’effetto-leva di numerose linee progettuali del Piano, potrà essere effettuata quando tutti i dettagli dei progetti e delle relativamente riforme saranno pienamente definiti

 

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