di Antonello Sette
Giuseppe Conte non sembra ascoltare le pressanti richieste di Matteo Renzi. Qualcuno insinua che stia addirittura verificando la possibilità di una nuova maggioranza. Il Governo, a questo punto, è sull’orlo di un precipizio?
Abbiamo concordato con il Presidente del Consiglio – rivela il Vicepresidente Rosato a SprayNews – un calendario, che consenta al Parlamento di completare la conversione in legge dei decreti, già all’ordine del giorno, e l’approvazione della legge di bilancio. Fatto questo ci aspettiamo un chiarimento definitivo, per capire se Giuseppe Conte vuole proseguire con questa maggioranza, accogliendo anche le nostre richieste sul metodo e sulla riapertura di una discussione profonda sui contenuti, oppure se ritiene sia meglio fare altro.
Le vostre due ministre sono pronte a dimettersi?
Lo hanno detto loro. Per Italia Viva le scelte devono essere condivise. Le nostre due ministre sono le prime protagoniste delle occasioni sprecate da questo Governo, che poteva funzionare molto meglio e dare molto di più. Sono le prime a soffrire per avere le mani legate.
Come risponde a chi sostiene che state tirando la volata a Matteo Salvini?
Dico a costoro di leggere il documento di Matteo Renzi, che abbiamo peraltro reso pubblico, e di dirci, piuttosto, quali sono i punti su cui non concorda. Io credo che la necessità di un confronto, sui metodi e sui contenuti, sia avvertita da tutta la maggioranza, non solo da noi, confronto che peraltro è iniziato da qualche settimana per poi interrompersi. Il problema in questo Paese non è Salvini, ma governare bene. Noi non siamo preoccupati di che cosa pensi Salvini, che è all’opposizione e che noi vogliamo lasciare all’opposizione. Noi siamo preoccupati di come governare questo Paese.
Avete accusato Conte di essere un dispensatore di poltrone, a proposito dei 300 manager previsti per la redistribuzione del Recovery Fund. Sbaglio, se dico che non si intravedono ravvedimenti?
Abbiamo contestato a Conte di voler commissariare la politica e la pubblica amministrazione, con la nomina di un esercito di consulenti. Ribadiamo la nostra ferma posizione. Non è questo il modo di rilanciare la pubblica amministrazione e di far assumere alla politica le decisioni che le competono. Questo è il senso delle cose che abbiamo detto e scritto.
Che cosa pensa degli interrogativi che ruotano intorno alla liberazione in pompa magna dei pescatori italiani in Libia, con concessioni diplomatiche a entrambe le forze, che, più o meno legittimamente, si contendono il controllo di un Paese martoriato dalla guerra civile?
Ieri i nostri pescatori sono finalmente tornati a Mazara del Vallo. E’ stato un giorno di festa e di sollievo per tutti gli italiani. Ringraziamo i servizi segreti e la Farnesina per il loro preziosissimo lavoro. Non è il momento giusto per fare polemiche. Verrà il tempo di confrontarsi nelle sedi competenti e con le modalità giuste.
A Ottaviano Del Turco, protagonista indiscusso di una stagione politica di questo Paese, è stato tolto il vitalizio, poco prima di Natale, nonostante le sue precarie condizioni di salute, e dopo un infinito calvario giudiziario. Non le sembra un accanimento non degno di un Paese civile?
Sui vitalizi si doveva intervenire ma si è anche consumato un gioco demagogico sulla sulla pelle di persone che hanno servito il loro Paese. Ottaviano Del Turco è diventato un caso simbolico per le sue condizioni di salute. Abbiamo fatto il nostro dovere prendendone le parti. L’abolizione del suo vitalizio è stata sospesa per un mese, un tempo spero sufficiente per una ridiscussione, che sia rispettosa anche delle singole persone. Comprendendo anche le vedove dei parlamentari, che si sono viste improvvisamente sottrarre una fonte di sostentamento e che magari avevano sempre pensato fosse una normale pensione di reversibilità e non un vitalizio “politico”. Peraltro i vitalizi di chi oggi è incarica sono stati aboliti da 10 anni.
Che cosa pensa del lockdown di Natale, che blocca la circolazione delle automobili e non gli assembramenti in strada, anche considerando che su autobus e treni regionali si continua a viaggiare, anche in questi giorni, ammassati come su un carro bestiame, senza che nessuno sia deputato a impedire lo scempio pro contagio?
Le decisioni da prendere non sono mai semplici. La situazione è di per sé complicata. Però è certo che sia mancata la capacità di stabilire e mantenere punti fermi, a cui far corrispondere un’azione del Governo e dello Stato all’altezza. Sia sui ristori e sulle misure economiche, sia sul funzionamento dei trasporti e della logistica. Lo abbiamo sempre detto. Se oggile scuole sono chiuse, è per colpa dei trasporti, che non funzionano, non perché non si poteva stare in classe, naturalmente con l’attenzione necessaria.
Ora sta per arrivare il Vaccino. Lei è ottimista sulla capacità del sistema di reggere un urto, che dal punto organizzativo, non ha precedenti?
Parto da una constatazione. Non siamo stati capaci di garantire a tutti la vaccinazione antinfluenzale, aimè. Da mesi chiediamo un lavoro straordinario e puntuale sulla vaccinazione anti Covid. Ho fiducia nel Paese, nella sua capacità di mettere tutte le energie necessarie per farcela. Io spero, però, che il Governo dia a tutti quelli, che vogliono lavorare, gli strumenti per farlo.
Che cosa, già da ora, non va?
Abbiamo mandato i medici in pensione con quota cento e non abbiamo allargato il numero delle borse necessarie per far completare a tanti studenti il percorso di specializzazione, non accogliendo mai le nostre ripetute richieste. Una vicenda emblematica e dolorosa. A chi non riesce, a usufruire dell’ampliamento delle borse di studio, già previsto per quest’anno, almeno facciamogli fare le vaccinazioni anti Covid e garantiamogli per il prossimo anno un percorso privilegiato.
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