L'attacco delle Sardine: "Dopo la riforma elettorale chi ha le poltrone se le tiene più strette"
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L'attacco delle Sardine: "Dopo la riforma elettorale chi ha le poltrone se le tiene più strette"

Le Sardine: "L'unico effetto che ha prodotto il taglio delle poltrone è che chi ce l'ha la tiene più stretta e chi non ce l'ha è più affamato di prima"

Mattia Santori
Mattia Santori
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16 Dicembre 2020 - 17.40


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In una nota durissima, le Sardine hanno attaccato pesantemente il Governo sulle mancate promesse in seguito al Referendum costituzionale: “Quando le tastiere di Salvini, Renzi e Calenda friggono, non c’è mai da star sereni. Quando nasci iena fiuti l’odore del sangue. Quando nasci politico di professione fiuti gli spiragli che si aprirebbero con una possibile crisi. Il potere logora chi non ce l’ha, diceva un tale. Ma torniamo a qualche mese fa, perché poi alcuni politici hanno questo vizio di passare di palo in frasca. Era settembre, quando le sardine, l’ANPI e una buona fetta di società politica e civile rivendicavano un NO al referendum costituzionale che prometteva un taglio dei costi della politica, uno snellimento dei processi legislativi, correttivi costituzionali e riforma elettorale in tempi brevi”. 
“Noi eravamo i bacchettoni, perché non ci fidavamo delle promesse che arrivavano da Di Maio, Bersani, Zingaretti e altri autorevoli esponenti del governo e della politica parlamentare. Noi eravamo incoerenti, perché attaccavamo i partiti di governo a cui avevamo salvato le chiappe qualche mese prima. Noi rosicavamo, perché non saremmo riusciti a entrare in Parlamento. L’opinione pubblica non ha memoria, dicono. Allora forse non facciamo parte dell’opinione pubblica, perché ci ricordiamo bene il PD che promette riforma elettorale in tempi brevi e la Taverna (il buon Di Maio scappò a gambe levate) che a Cascina balbetta di fronte alla richiesta esplicita di Mattia su cosa sarebbe avvenuto ‘dopo’ il referendum. Bene, ora lo sappiamo cosa è avvenuto dopo: della riforma elettorale non vi è notizia, dei correttivi neanche l’ombra. L’unico effetto che ha prodotto il taglio delle poltrone è che chi ce l’ha la tiene più stretta e chi non ce l’ha è più affamato di prima” continuano le Sardine. 
“Inermi e impauriti dentro, sciacalli e affamati fuori. Nel frattempo – proseguono le Sardine – i romani non capiscono se Calenda li ama o li usa, i renziani gridano alla carica senza sapere perché, salviniani e meloniani si preparano alla battaglia finale, e i cittadini? I cittadini si chiedono a cosa sono valsi i sacrifici e continuano a non capire a cosa serve la politica. Eppure non sarebbe così difficile. Basterebbe andare oltre alla critica e concedersi due minuti in più di analisi. Allora si scoprirebbe che la politica serve ad anticipare, comprendere e risolvere le crisi demografiche, migratorie, economiche, sanitarie, educative”.
“Il governo serve a garantire una pace sociale tra ristoratori e infermieri, tra disoccupati e imprenditori, tra rider e consumatori. La legge elettorale serve a riconoscere un governo e garantire un processo democratico (il caso degli USA, piaccia o meno, è emblematico). Ad oggi, in Italia, niente di tutto questo accade: nessun compromesso, non si capisce chi governa, le crisi invece che risolversi si aprono. Il nostro invito è però quello di rimanere vigili e non cascare nella facile tentazione di aggiungersi alla schiera dell’antipolitica o dell’anticasta. Occhio a non confondersi insomma. La politica è una bella cosa, è questa classe dirigente (soprattutto quella che si finge vergine) che non ce la può fare”.

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