Tra le analisi della sconfitta di Luigi Di Maio e di Alessandro Di Battista “scelgo la terza, quella di Roberto Fico, che sottolinea la responsabilità collettiva del risultato”. E’ quanto afferma in un’intervista alla Stampa la capogruppo del M5s in Consiglio regionale del Lazio Roberta Lombardi. “Ci siamo dentro tutti – aggiunge – Mi indigna vedere incolpato Vito Crimi”. Quello che non va giù a Roberta Lombardi, inoltre, è la candidatura di Virginia Raggi per un altro mandato a Roma.
Secondo Lombardi le visioni di Di Maio e Di Battista “sono compatibili. Non devono esserci alleanze a tutti i costi, ma nemmeno approcci pregiudiziali e ideologici. Io preferisco provare a cambiare le cose governando e farlo dove si può costruire un percorso comune. Per questo, tra Salvini e Zingaretti, scelgo sempre il secondo”. Ora però “spero che Beppe (Grillo, ndr) parli e mi auguro che avvii lui, da garante, un percorso di traghettamento verso gli Stati Generali”. Per Lombardi non ci sarebbe tempo per gli Stati Generali in presenza entro fine ottobre come proposto da Di Maio e Taverna: “Una mozione preconfezionata, scritta in pochi giorni, non può risolvere i nostri problemi. Chi vuole parlare di leadership adesso, vuole un percorso illogico. Dobbiamo partire da chi vogliamo essere in futuro, poi penseremo alla governance”.
Rispetto ai rapporti con Casaleggio, a cui molti hanno smesso di pagare la quota per Rousseau, “se il problema sono i soldi, Davide mantenga attivo solo il voto online, spegnendo momentaneamente le altre funzioni. Detto questo, fanno male a non pagare. Le regole si rispettano. Davide deve capire cosa vuole fare. Se la sua connotazione è quella dell’iscritto semplice, credo possa anche lasciare Rousseau nelle mani del M5S”. Lombardi poi derubrica a “fantapolitica” l’ipotesi per cui Zingaretti entrerebbe nel governo aprendo a lei la candidatura per la Regione Lazio: però, dice, fare la governatrice “mi piacerebbe. Certe cose però andrebbero prima condivise con le persone che si vogliono coinvolgere in certi progetti. Il mio secondo mandato è in corso ma sulle regole siamo un po’ mobili ultimamente”.
Il riferimento è a Virginia Raggi e al voto di Ferragosto che ha sancito la deroga al terzo mandato: “E’ stata una cosa che in altri tempi avrebbe fatto scoppiare una rivoluzione nel Movimento e su cui sono ancora tante le perplessità”. Una candidatura sbagliata, le viene chiesto: “Io vorrei che il Movimento completasse quello che ha iniziato in questi 5 anni di governo di Roma, tornando vittorioso in Campidoglio una seconda volta. Ma per come vivo io la città, credo che Raggi non sia una candidata vincente. È un discorso pragmatico, non personale”.
Argomenti: beppe grillo virginia raggi