Sicilia e Calabria: quando il Tar deve intervenire su contese frutto di squallido protagonismo
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Sicilia e Calabria: quando il Tar deve intervenire su contese frutto di squallido protagonismo

Il tentativo è finalizzato a creare distruttivamente ulteriori difficoltà ad una maggioranza e ad un governo che barcollano da tutte le parti.

Nello Musumeci
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Nuccio Fava Modifica articolo

30 Agosto 2020 - 15.04


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Nel bar di Lubriano paese della Teverina dove tutte le mattine mi reco a comprare i giornali e a fare quattro chiacchiere,
si  respira un po’ di invidia verso Civita di Bagnoregio la “città che muore”. Ci vanno tutti i turisti che si dirigono verso Bagnoregio ignorando in pratica la straordinaria Valle dei Calanchi che accompagna la salita verso Civita.

Oltre l’aspetto economico derivante dall’introduzione del ticket di 5 Euro stabilito dal Comune per rimpinguare le casse del paese, al contrario Lubriano ha visto ridimensionata la propria scuola alle sole materne con il trasferimento degli altri studenti in autobus verso Orvieto o Bagnoregio.

Non beghe di paese però, ma problemi che riguardano la vita di famiglie e ragazzi, l’equilibrio dell’intera comunità investita, tra l’altro, da mutamenti rilevanti non solo nel periodo estivo, come naturale, ma in modo più continuativo e sostanziale.

Gioca sicuramente l’effetto Covid e lo stesso “sinistro” smart working pur  con l’insopportabile precarietà e interruzioni della rete (nella zona la connessione è sempre instabile).

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Colpisce il dato impressionante dell’aumento del 123% di nuovi aspiranti all’acquisto di una casa in campagna, di un rustico o di un casale. Sono tanti anche i giovani che preferiscono lasciare le grandi città ed affrontare esperienze nuove, anche faticose e pesanti, ritenute potenzialmente creative e comunque più innovative rispetto all’offerta prevalente dei call center e al prolungato e disumanizzante tempo trascorso di fronte ad un computer. E’ in qualche modo il nuovo che avanza anche nella Teverina  per effetto della stessa università della Tuscia, l’affacciarsi di nuove mentalità, di nuove potenziali energie, che dovrebbero incontrare le linee di futuro proposte all’Europa dalla presidente Commissione Europea.-

Invece proprio sulla scuola e sulla formazione dei giovani, nonostante l’ennesimo monito di Mario Draghi, la nostra politica non fa che litigare ed affronatre i problemi solo in termini di polemica e mettendo in evidenza l’eterno nodo del nostro paese: il non risolto rapporto Stato-Regioni. Per ben due volte, in Calabria prima e in Sicilia da ultimo, è dovuto intervenire il Tar a dirimere una contesa farlocca che investiva l’assetto costituzionale della Repubblica per ragioni di propaganda e di squallido protagonismo finalizzato a creare distruttivamente ulteriori difficoltà ad una maggioranza e ad un governo che barcollano da tutte le parti.

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Le ragioni di questa fragilità e inconsistenza sono soprattutto nell’assenza di una guida autorevole: un presidente del Consiglio che fa da Ponzio Pilato con vertici inconcludenti a ogni piè sospinto; che non ha ancora detto una parola chiara sul MES; che ha fallito il tentativo di mediazione per le regionali; ed infine il Presidente Conte, come un pesce all’amo, è rimasto muto sul tema del referendum che potrà mettere in discussione l’equilibrio istituzionale e politico dell’Italia ancor più delle conseguenze dello stesso voto regionale.

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