Il centrodestra si ricompatta e presenta una mozione di sfiducia contro il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. “Sono contento, perchè dopo ore e ore di lavoro, il centrodestra, compatto e unito ha trovato una posizione comune che è stata depositata in Senato che prevede che il ministro Bonafede, dopo i mille errori fatti ne risponda”, ha annunciato Matteo Salvini nel corso di una conferenza stampa. “Non esiste che il ministro dica che e’ sempre colpa degli altri. Almeno su questo – annota il leader della Lega – c’e’ una posizione compatta, comune”. Dunque, conferma Salvini, “e’ stata depositata una mozione di sfiducia con le firme di tutto il centrodestra per l’evidente incapacità del ministro”.
In mattinata sulla vicenda era tornato il ministro, dopo le parole di ieri alla Camera: “Invito tutti a fare un’operazione di verita’, che e’ fondamentale nella materia della lotta alla mafia: le scarcerazioni sono avvenute in virtu’ di leggi non di questo governo, ma che erano li’ da anni e che nessuno aveva mai modificato”. Lo ha detto il Guardasigilli Alfonso Bonafede, al question time al Senato, ricordando che nel “decreto ‘Cura Italia’ nessuna legge porta alla scarcerazione dei mafiosi, che sono invece esclusi dai benefici”.
E’ “in cantiere” il progetto di un decreto legge “che permetterà al magistrato di sorveglianza la rivalutazione delle misure già concesse al mutare del quadro sanitario di riferimento nella fase 2 dell’emergenza Coronavirus”, ha ribadito Bonafede, che ieri aveva anticipato il provvedimento al question time svoltosi alla Camera, aggiungendo che si tratta di una “ulteriore conferma della costante attenzione del governo e del Ministero della giustizia al contrasto del fenomeno mafioso in ogni sua forma”. Bonafede ha anche ringraziato tutti gli operatori che lavorano nelle carceri, a partire dalle polizia penitenziaria.
“Ribadisco che nel giugno 2018 non vi fu alcuna ‘interferenza’, diretta o indiretta, nella nomina del capo del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria”, ha aggiunto negando condizionamenti nella scelta di non affidare l’incarico all’allora pm antimafia Di Matteo. “E’ totalmente infondato il collegamento tra questi fatti e le scarcerazioni di cui si è parlato in questi giorni, frutto di decisioni di magistrati che hanno applicato leggi previgenti che nessuno aveva mai modificato fino al decreto legge approvato la scorsa settimana da questo governo con il quale si stabilisce che, rispetto, alle istanza di scarcerazione, è obbligatorio il parere della Direzione nazionale antimafia e delle Direzioni distrettuali antimafia”, ha aggiunto Bonafede escludendo che l’uscita dal carcere di condannati al 41 bis e per reati gravi sia collegata alla vicenda della nomina al Dap.