Il populismo in pandemia non paga, Lega giù nei sondaggi: cede mezzo punto alla maggioranza
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Il populismo in pandemia non paga, Lega giù nei sondaggi: cede mezzo punto alla maggioranza

La supermedia AGI/YouTrend dà in recupero M5s e Pd. La Lega rimane prima partito ma scende al 27,2%, mentre FI torna sopra il 7% e FdI, stabile al 13,5%, frena la sua lunga corsa

Salvini e Meloni
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1 Maggio 2020 - 10.06


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Come annunciato da tempo, sta per partire la tanto agognata “Fase 2”. La riapertura (molto) parziale delle attività avverrà a partire da lunedì 4 maggio, e costituirà un punto di svolta non solo per la vita di tanti cittadini, ma anche per la politica. Cessata – o quantomeno allentata – la fase più acuta dell’emergenza, infatti, riemergono inevitabilmente logiche legate ai rapporti di forza tra maggioranza e opposizione, nonché tra le diverse componenti dell’una e dell’altra.

È facile immaginare che la Fase 2 vedrà un riacutizzarsi dello scontro politico, a dire il vero mai del tutto sopito neanche nelle fasi più delicate dell’emergenza. Tanto più che il clima delle ultime settimane, come vedremo, sembra aver danneggiato proprio quei soggetti più inclini alla polemica che alla collaborazione istituzionale. Un dato che emerge con prepotenza nella Supermedia dei sondaggi di questa settimana, dove la Lega rimane al primo posto ma fa registrare uno dei più consistenti arretramenti mai rilevati, scendendo al 27,2% (-1,3 punti in due settimane).

Il vantaggio leghista sul Partito Democratico si riduce a soli sei punti, anche se i consensi ai dem restano sostanzialmente immobili (21,2%). Crescono invece, e non di poco, quelli al Movimento 5 Stelle, che sembra essere il principale beneficiario dell’aumento di popolarità del premier Conte e si porta poco sotto il 16% (15,8% per l’esattezza).

Il trend calante del M5S che osservavamo da molti mesi si è decisamente invertito, al punto che sembra essere scongiurato quello che appariva come inevitabile fino a poche settimane fa, ossia il sorpasso da parte di Fratelli d’Italia. Anche il partito di Giorgia Meloni non beneficia degli eventi dell’ultimo periodo, tanto che non fa registrare alcuna variazione positiva, diversamente da quanto stava accadendo pressochè ininterrottamente dalla scorsa estate.

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Chi sembra essersi mosso meglio in quest’ultima fase, nel centrodestra, sembra essere Forza Italia: la linea “responsabile” tenuta da Silvio Berlusconi è la causa più probabile della crescita di FI nelle intenzioni di voto (dal 6,3% al 7,1% in due settimane). Al contrario, un altro protagonista della scena politica che si è distinto per una spiccata predisposizione polemica verso la maggioranza – di cui pure fa parte – è Matteo Renzi. Di recente, l’ex premier ha definito “scandaloso” l’ultimo Dpcm e il suo partito Italia Viva si è fatto sentire anche sulla questione del divieto di riapertura delle attività religiose. Una linea che però non pare (almeno per il momento) essere premiata dai sondaggi, tanto che nella nostra Supermedia IV resta inchiodata al 3,3%, un dato identico a quello di due settimane fa.

Uno sguardo allo storico della nostra Supermedia, settimana per settimana, fa emergere delle tendenze piuttosto nette: la Lega è in netto calo, e FDI ha interrotto la sua crescita; il PD sembra “congelato”, mentre il M5S e Forza Italia invertono un trend negativo e tornano a crescere. Tutto ciò potrebbe avere conseguenze sugli equilibri istituzionali e politici tra i partiti, come vedremo molto probabilmente nelle prossime settimane.

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Ma cosa pensano esattamente gli italiani della Fase 2 e delle sue caratteristiche? Innanzitutto, va premesso che i nostri concittadini – favorevoli ad una riapertura graduale a partire dal 4 maggio, come abbiamo visto la scorsa settimana – non sembrano aver apprezzato il quadro predisposto dal Governo: secondo l’ultimo sondaggio di EMG, il 50% degli italiani crede che l’esecutivo non abbia fatto abbastanza, in questi mesi di chiusura, per preparare la riapertura, e una percentuale identica non condivide la scelta di non differenziare le riaperture a seconda delle Regioni in base alla diffusione del contagio, un tema che pure è stato al centro di dibattito causando non poche frizioni tra Governo e Regioni. La stessa conferenza stampa in cui il premier ha annunciato la Fase 2, del resto, non sembra aver entusiasmato, dal momento che è lo stesso sondaggio di EMG a dirci che il 51% di chi l’ha seguita non l’ha trovata “convincente”.

L’apparente severità di questi giudizi però va messa nel contesto di una situazione di difficile lettura per tutti: quando si chiede quale sia il loro maggior timore, gli stessi cittadini sono divisi quasi esattamente a metà tra chi teme di più il riprendere dei contagi alla riapertura (45%) e chi invece reputa più preoccupante il crollo dell’economia derivante da un prolungamento ulteriore del lockdown (41%). La maggioranza degli italiani sembra comunque convinta che il peggio sia ormai alle spalle: la pensa così il 54% degli elettori intervistati da Ixè. Lo stesso sondaggio rileva anche una certa disillusione sulla Fase 2, con il 63% che afferma di ritenere che dal 4 maggio, sostanzialmente, non cambierà molto.

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Un’altra polemica sulle recenti scelte del Governo riguarda la libertà religiosa (di cui si sono fatti portavoce, all’interno della maggioranza, gli esponenti di Italia Viva). Su questo tema, però, le notizie per il premier sono positive: lo stesso istituto EMG che aveva rilevato un certo scetticismo sulla Fase 2 (e sul lavoro dell’esecutivo) rileva anche una netta maggioranza a favore del prolungamento delle misure restrittive per ciò che riguarda le cerimonie religiose.
Un’ulteriore notizia favorevole per il Governo è l’ampio sostegno alla decisione di riaprire le scuole solo a settembre. Le incognite sul futuro, a questo punto, riguardano ciò che Conte non ha detto, e su cui si attende di conoscere le effettive intenzioni del Governo. A cominciare dalla famosa app di tracciamento “Immuni”, di cui si sono un po’ perse le tracce ma che, secondo il sondaggio di SWG, vede un miglioramento nella percezione dei cittadini, con il 58% che si dichiara pronto a scaricarla sul proprio smatphone. Un dato non irrilevante, dal momento che la app di tracciamento, per poter essere utile al contenimento dei contagi, necessità di una diffusione molto ampia all’interno della popolazione.​

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