Conte alla Camera: "Siamo ancora in pandemia, costretti a misure impopolari"
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Conte alla Camera: "Siamo ancora in pandemia, costretti a misure impopolari"

La fase 2 dellʼemergenza sanitaria è allʼinsegna della polemica, con i leghisti che occupano il Parlamento.

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30 Aprile 2020 - 09.03


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“Il governo ha sempre compreso la gravità del momento” e per questo “non ha mai inteso procedere per via estemporanea, improvvisata”. Così il premier Giuseppe Conte nell’informativa alla Camera sull'”emergenza senza precedenti” provocata dal coronavirus e la Fase 2.

“Direi che l’imperativo categorico per un governo chiamato ad affrontare una sfida così complessa, come proteggere la vita dei cittadini di fronte a una minaccia cosi concreta e letale, è quello di porre a fondamento della proprie decisioni non le opinioni, ma le raccomandazioni – frutto di meditate ricerche e riflessioni -di qualificati esponenti del mondo scientifico”, ha sottolineato il premier aggiungendo che con il ritorno al lavoro determina ulteriori possibilità di contagi. E, citando il rapporto del Comitato tecnico scientifico circolato negli ultimi giorni, fa notare come “viene stimato che la riapertura simultanea dal 4 maggio di tutte le attività porterebbe a un aumento esponenziale e incontrollato del contagio”. Insomma, “anche a costo di apparire impopolare, “il governo non può assicurare il ritorno immediato alla normalità della vita precedente”. L’indice R con 0 “ad oggi è tra lo 0,5 e lo 0,7. Se questo tasso tornasse ad alzarsi anche di poco si saturerebbero le terapie intensive entro fine dell’anno”, sottolinea.
In base a dei criteri scientifici, che il ministero della Salute emanerà nelle prossime ore, si potrà anche attuare “un differenziamento geografico” nell’allentamento delle misure anti-Covid, “ma guidato da precisi presupposti scientifici e non rimesso a improvvide iniziative di singoli enti locali. Voglio ricordare, nello spirito di collaborazione” che il governo ha avuto “con gli enti locali che iniziative che comportino un’allentamento delle misure restrittive” vigenti “non sono possibili, perché in contrasto” con le norme varate “quindi sono da considerarsi a tutti gli effetti illegittime”.

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