Caso Savoini, per la Cassazione: "Audio riproduce avvenimento storico"
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Caso Savoini, per la Cassazione: "Audio riproduce avvenimento storico"

È quanto scrivono i giudici della sesta sezione penale della Cassazione nelle motivazioni della sentenza con la quale lo scorso 17 dicembre hanno respinto il ricorso presentato dalla difesa di Gianluca Savoini

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13 Febbraio 2020 - 14.05


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“La registrazione acquisita dall’inquirente riproduce un accadimento della realtà”. È quanto scrivono i giudici della sesta sezione penale della Cassazione nelle motivazioni della sentenza con la quale lo scorso 17 dicembre hanno respinto il ricorso presentato dalla difesa di Gianluca Savoini, ex portavoce di Matteo Salvini e referente dell’associazione Lombardia-Russia, contro l’ordinanza del Riesame di Milano che aveva confermato il sequestro probatorio di due telefoni cellulari, documenti e alcune chiavette usb avvenuto nell’ambito dell’inchiesta su presunti fondi russi alla Lega che lo vede indagato per corruzione internazionale.

Secondo l’ordinanza impugnata, scrivono i giudici di piazza Cavour, “il fumus delicti che legittima il sequestro probatorio si evince dal contenuto di un file contenente una traccia audio consegnato agli inquirenti dal giornalista Stefano Vergini che riproduce una conversazione intervenuta tra Savoini, Francesco Vannucci e Gianluca Meranda e alcuni funzionari russi”, mentre “la conversazione registrata ha ad oggetto un accordo illecito per la retrocessione di importanti somme di denaro a favore del partito politico Lega e dei funzionari russi, coinvolti nella trattativa della vendita di prodotti petroliferi. In particolare, in un passaggio della conversazione, si chiariva come fosse già stato raggiunto un accordo i cui termini essenziali erano riportati in uno screenshot di appunti alla cui ricerca e pertanto funzionale il sequestro” si legge nelle motivazioni.

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Secondo la Corte di Cassazione, “a prescindere dalla utilizzabilità in sede processuale, la registrazione riproduce un avvenimento storico” e “rimanda al contenuto dichiarativo di soggetti precisamente individuati grazie alle dichiarazioni del giornalista Stefano Vergini, ed anche in mancanza dell’attuale identificazione dell’autore della registrazione, legittima le indagini del pubblico ministero per verificare la portata e la sussistenza della notizia criminis che dal suo contenuto si evince – concludono i giudici di Piazza Cavour – una volta che siano state positivamente acclarate l’autenticità e l’attendibilità della registrazione stessa, esito questo già positivamente sperimentato, essendo state escluse manipolazioni ed interventi esterni sul supporto che contiene la traccia audio”.

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