Chi è senza peccato scagli la prima pietra, diceva uno che Matteo Salvini dovrebbe conoscere bene visto che si porta sempre dietro un rosario con crocifisso. Riformulando la frase per adattarla a questi tempi folli, chi è senza peccato faccia la prima citofonata’. E Matteo Salvini senza peccato non è: non solo personalmente (perché tra 49 milioni, i fondi russi alla Lega, i sequestri di persona e le gogne mediatiche, non si sa più quanti processi, pardon, ‘medaglie’, ha in corso), ma anche come capo politico di un partito che con la giustizia ha sempre avuto un rapporto complicato.
Ma visto che di droga stiamo parlando, rimaniamo in questo ambito. Negli ultimi cinque anni sono stati tre gli esponenti della Lega arrestati per droga e non ci risulta che da Salvini sia arrivata una citofonata.
Partiamo dal 2015: Antonio Iannone, assessore leghista alla sicurezza di Pieve Fissiraga, viene arrestato e patteggia due anni. Gli erano stati trovati due etti di hashish in cassaforte. Il politico, gravato da un precedente di oltre vent’anni fa per un piccolo reato contro il patrimonio, non ha beneficiato della sospensione condizionale della pena ma aveva comunque già ottenuto il permesso di uscire di casa per lavorare. La vicenda lo aveva portato a dimettersi dalla giunta comunale, in cui era nominato in quota Lega Nord.
Andiamo avanti, nel 2017: il consigliere leghista Maurizio Agostini viene trovato in possesso di 330 grammi di cocaina. La droga era avvolta in involucri ricoperti da talco al profumo di mentolo, per evitare il fiuto dei cani antidroga, era stata celata nel vano portaoggetti di una vecchia Hyundai Atos che ha insospettito i carabinieri all’uscita dell’Autobrennero, al casello di Trento Sud. I militi hanno fermato l’auto, alla cui guida c’era il cinquantunenne Agostini. Sul sedile a fianco l’albanese Stefan Dushku di 38 anni, senza fissa dimora, arrivato in Italia per cercare un lavoro.
2018: Bartolomeo Falco, ex consigliere comunale di Comiziano (Napoli), avvicinatosi alla Lega e in predicato per assumere un incarico di coordinamento nei ranghi locali del Carroccio, è accusato di detenzione ai fini di spaccio di ingenti quantitativi di cocaina, e finisce in manette all’alba di lunedì 15 ottobre nell’ambito dell’operazione “White stone” contro il traffico di sostanze stupefacenti tra le province di Napoli e Caserta.
Si potrebbe dire che prendere questi casi isolati non rende in automatico la Lega un covo di spacciatori. E sarebbe giustissimo. Così come la parola di una signora non rende colpevole un ragazzino di 17 anni, senza nessun precedente per droga. La differenza è che i leghisti sono stati arrestati perché effettivamente colpevoli; Salvini la sua sentenza l’ha emessa basandosi sulla nazionalità della sua vittima e sulla parola di una ‘mamma coraggio’.
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