Nel loro affidarsi a Rousseau, i cinque stelle stavolta la batosta l’hanno presa, e anche bella pesante. Perché il loro quesito, giudicato incredibilmente fuorviante (bisognava votare Si per dire di No alla partecipazione del M5s alle elezioni regionali in Calabria e in Emilia Romagna, mentre No se si voleva votare per la partecipazione), gli si è rivoltato contro: il ‘No’ ha vinto, mandando all’aria i piani dei cinque stelle di prendersi una pausa per riorganizzarsi.
Ed è chiaro che il risultato è stato commentato con parole di giubilo da Matteo Salvini, che sostiene che questo voto è una dichiarazione di sfiducia verso Di Maio e Grillo e che “le porte della Lega sono aperte a tutti”.
La cosa peggiore è che non gli si può dar torto: se il M5s avesse deciso di non presentarsi, prendendosi per una volta nella loro storia una responsabilità politica per le loro azioni, non avrebbero – come probabilmente succederà – rubato una percentuale di voti, piccola ma che potrebbe essere determinante per il candidato del Pd Bonaccini, quindi per i loro alleati di governo. In questo modo, la frammentazione estrema dell’opposizione a Salvini porterà più danno che altro e la cosa più triste è che Di Maio ne è ben consapevole, ma non ha altro da fare che prendere atto del responso e presentarsi alle elezioni, aspettandosi una sonora sconfitta non solo perché siamo a novembre e si vota a gennaio, quindi i tempi sono davvero brevissimi per mettere su una campagna elettorale, ma anche perché, come purtroppo afferma Salvini, questo risultato potrebbe rivelare che molti M5s sono pronti a passare nelle fila della Lega.
Argomenti: beppe grillo