La crisi di governo provoca la crisi del Pd: Renzi e Zingaretti ai ferri corti
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La crisi di governo provoca la crisi del Pd: Renzi e Zingaretti ai ferri corti

L'ex rottamatore ha ribaltato le sue posizioni proponendo un esecutivo con M5s, il segretario dem si dice contrario ai giochi di palazzo. Ma su tutto vigila Mattarella

Zingaretti e Renzi
Zingaretti e Renzi
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12 Agosto 2019 - 08.57


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Ricapitolando: il teorico dei popcorn, ossia quello che fece saltare in anticipo qualsiasi ipotesi di governo Pd-M5s, quello che ha speso tutto l’anno passato ad attaccare i grillini ora vuole un accordo proprio con i M5s per un governo di garanzia.
Il governatore della regione Lazio Zingaretti bersagliato per tutto il tempo delle primarie per la guida del Pd proprio dai renziano che lo presentavano come quinta colona M5s che, adesso che è segretario del Pd, si è espresso contro quel governo.
Un rovesciamento di posizioni che ha diverse motivazioni. Renzi vuole mantenere il controllo dei gruppi parlamentari a trazione renziana e, forse, ha bisogno di più tempo per farsi il suo partito ‘macroniano’.
Zingaretti ha bisogno di poter contare su gruppi parlamentari non ostili e che seguano la direzione del partito.
Nel frattempo volano gli stracci.
Carlo Calenda
“La scissione nel Pd già c’è. Ormai è un dato di fatto”. Lo ha detto l’europarlamentare del Pd Carlo Calenda intervistato a Circo Massimo su Radio Capital.
“Siamo riusciti a far titolare ai giornali ‘crisi del Pd’ invece di ‘crisi di governo’. Il tutto grazie a una proposta surreale” ha aggiunto riferendosi all’idea di Matteo Renzi di un governo istituzionale per portare i conti italiani in salvo. “Dovremmo votare con M5S un governo istituzionale che dura sei mesi per poi dare a Salvini il 60% e terremotare il Pd… non ne capisco la logica. Lo capisco dal punto di vista di @matteorenzi che ha bisogno di più tempo per fare il suo partito” ha aggiunto con un tweet.
Secondo Calenda il segretario del Pd Nicola Zingaretti dovrebbe avere “il coraggio di organizzare un fronte unitario. Se non lo farà, il Pd scenderà al 15% e poi ci sarà una sinistra frammentata”.
 Calenda incassa il plauso di Massimo Cacciari che sempre su Twitter osserva: “In questa situazione un’ipotesi di accordo fra Pd e M5S sarebbe dare via libera a Salvini. Sarebbe una sciagura, una iattura. Come l’accordo D’Alema-Cossiga di vent’anni fa”.
Paola De Micheli
“La proposta di Renzi è sbagliata nei tempi. Poi, ha avuto un impatto devastante sull`opinione pubblica. Non solo…”. Lo afferma in una intervista al Corriere della sera la vicesegretaria del Pd Paola De Micheli. “Siamo tutti coscienti del pericolo di Salvini ma ho paura che impedire il voto e fare un governo a tempo renda ancora più grave il rischio. La guardi così. Noi andiamo al governo ora, mettiamo a postoiloro disastri, poi arriva Salvini e prende ancora più voti. La deriva plebiscitaria la sposteremmo di qualche mese, tra l`altro aggravandola”.
“Mi viene da sorridere se penso che abbiamo fatto un congresso coi renziani che accusavano Zingaretti di voler fare l`alleanza coi M5S”, afferma De Micheli.
“Altra cosa – afferma la vicesegretaria dem – sarebbe stato proporre un governo di legislatura, con un processo politico che passasse anche attraverso la piena assunzione di responsabilità del M5S e in particolar modo di Luigi Di Maio”.
L’appello all’unità di Martina
Possiamo discutere senza evocare ogni volta scissioni e separazioni? Possiamo farlo rimettendoci a un confronto nelle sedi giuste? È così difficile da capire o non lo si vuol fare?”. Così Maurizio Martina su Twitter.

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