La crisi approda al Senato: in 159 sono pronti a dire no a Salvini
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La crisi approda al Senato: in 159 sono pronti a dire no a Salvini

La maggioranza degli eletti a Palazzo Madama contrari a Salvini sul calendario dei lavori. "Se non c'è unanimità in capigruppo, deciderà l'Aula, non io" spiega la presidente del Senato.

Casellati
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12 Agosto 2019 - 10.05


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Se domani si votasse in Aula sul calendario del Senato, potrebbero essere presenti 102 senatori M5s su 107, 45 Dem su 51 e 12 senatori del Misto: in totale 159 parlamentari, contro i 136 voti potenziali di Lega, Fi e Fdi. Sono questi, a quanto si apprende, i numeri aggiornati secondo calcoli del Pd, al netto di chi non riesce a rientrare dalle vacanze. Il nuovo asse di M5s, Dem, Leu più altri del Misto, potrebbe approvare il suo calendario e programmare l’informativa di Conte non prima della prossima settimana.
Lunedì pomeriggio, dopo la conferenza dei capigruppo del Senato, si capiranno meglio i tempi:
19-20 agosto rimangono le date più probabili per la convocazione dell’Aula. Ma stilare il calendario non sarà facile perché regolamenti e prassi non sempre coincidono e non sempre c’è l’unanimità dei gruppi.
Il presidente del Senato Elisabetta Casellati, da parte sua, ha sottolineato che “la convocazione dell’Assemblea, nell’ipotesi in cui il calendario dei lavori non venga approvato in capigruppo all’unanimità, non costituisce forzatura alcuna, ma esclusivamente l’applicazione del regolamento. L’art. 55, comma 3, prevede infatti che sulle proposte di modifica del calendario decida esclusivamente l’Assemblea, che è sovrana. Non il Presidente, dunque”.
Su cosa l’Aula del Senato sarà chiamata a dibattere ed esprimersi non è possibile stabilirlo ora con certezza e non esiste neanche una priorità di “anzianità” alle mozioni: quindi la mozione del Pd contro Matteo Salvini è pari a quella della Lega contro Conte, anche se presentata prima.
Guerra di mozioni – La Lega chiederà di discutere già il 13 la mozione di sfiducia a Giuseppe Conte. Il Pd sosterrà che si debba iniziare dalla mozione di sfiducia a Matteo Salvini, depositata prima di quella leghista e già in agenda a metà settembre. Il Movimento 5 Stelle, e, con ogni probabilità il rappresentante del governo (il ministro 5S Riccardo Fraccaro), dovrebbero invece chiedere che si parta dalle comunicazioni che Conte ha chiesto di fare alle Camere. A questo rebus si aggiunge una ulteriore variabile: la richiesta che sarà avanzata martedì alla capigruppo alla Camera votare con urgenza il taglio dei parlamentari.
Tra i due opposti (voto subito oppure un governo “trasversale” per mettere in sicurezza i conti) si moltiplicano le ipotesi per la gestione della crisi di Ferragosto, scoppiata a Parlamento già in vacanza e a poche settimane da quando il governo, qualunque esso sia, dovrà presentare prima l’aggiornamento del quadro macro con la Nota al Def (il 27 settembre), e poi il progetto di Bilancio Bruxelles e alle Camera, il 15 e il 20 ottobre.

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