Basilicata: il M5s deve dire che ha vinto, anche se ha dimezzato i consensi
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Basilicata: il M5s deve dire che ha vinto, anche se ha dimezzato i consensi

Dalla Casaleggio associati arriva l'ordine: dite che siamo primi. Ma dimenticano di aggiungere il resto, ossia che la Lega ha triplicato i suoi consensi

Antonio Mattia
Antonio Mattia
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25 Marzo 2019 - 16.09


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Terza tornata di elezioni regionali, terzo crollo dei cinque stelle. Che loro lo vogliano o no: infatti, la Casaleggio associati sembra aver impartito un preciso ordine di scuderia, quello di negare la realtà. Costi quel che costi. Anche davanti ai numeri, anzi a quei numeri attaccarsi ma solo ad una parte, quelli a sostegno della tesi per cui il M5s non è affatto in difficoltà, anzi.

La Basilicata va al centro destra compatto, e su questo non posso esserci dubbi: Vito Bardi grazie alla coalizione Lega-Forza Italia-Fratelli d’Italia vince al 42%, il doppio rispetto alle politiche di un anno fa, dove nella regione aveva guadagnato il 25,4%. La Lega, in particolare, ha praticamente triplicato i suoi elettori, dal 6,3% al 19%, con 54mila preferenze all’interno del centrodestra unito.

E per il M5s? I numeri parlano da soli: nel 2018, alle politiche, raccolse il 44,4% dei voti, per un totale di 139mila preferenze. Oggi dimezza i voti, arrivando al 20,4%. Rimane primo partito, ed è su questo punto che i cinque stelle tengono duro, attaccandosi anche alle parole che Di Maio pronunciò dopo la debacle in Sardegna: “non si possono confrontare i risultati delle politiche e quelli delle Regionali”. Anche se raccontano una storia, che i cinque stelle rifiutano di ammettere: che dopo un anno di governo con la Lega, quest’ultima ha triplicato i consensi a livello regionale, mentre i cinque stelle li hanno dimezzati.

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Ma almeno il Pd, l’odiato Pd, lui ha perso. Straperso, se dobbiamo attaccarci al dato della lista singola: il Partito democratico dal 16,1% delle politiche (50mila preferenze) dimezza e va al 7,8% (22mila preferenze). Ma esattamente come il centrodestra, il voto dell’opposizione va analizzato nel complesso delle liste che hanno confluito in area dem, e improvvisamente la situazione non appare più così tragica: anzi, Carlo Trerotola prende in totale il 33,2%, davanti ad Antonio Mattia del M5s (20,4%). Le liste di sinistra unite sono passate dal 19,6% del 2018 al dato di oggi. Quasi il doppio e qui c’è un’altra storia, quella che mostra come la larga coalizione delle liste di sinistra è la formula più corretta per recuperare sul centrodestra e superare il Movimento cinque stelle. Che intanto, si fregia di essere primo partito senza bisogno di coalizioni, seguendo gli ordini della Casaleggio associati:
“Nuovo duro colpo”, “crollo del MoVimento 5 Stelle”. Apocalisse, invece, non l’ha scritto nessuno? Questa e’ una narrazione che francamente ha dell’assurdo. I risultati delle elezioni in Basilicata, piu’ che essere un dato a nostro sfavore, ci dicono che siamo la prima forza politica perche’ dall’8% delle regionali 2013 siamo passati a piu’ del 20% di oggi. Tra l’altro a Matera, capitale della cultura 2019, siamo oltre il 30%. Il Pd sotto l’8%, Forza Italia al 9%”. Lo afferma in un post Facebook il capogruppo M5S al Senato, Stefano Patuanelli”
Gli fa eco Valeria Ciarambino, consigliera campane del M5s, che afferma: “non si possono raffrontare livelli elettorali diversi. Le elezioni regionali come quelle amministrative sono elezioni molto più condizionate da una serie di dinamiche e poi si caratterizzano per il fatto che si corre in coalizione. Il Movimento 5 Stelle si presentava da solo contro accozzaglie di liste”. 
Ma la regola interna di evitare le liste civiche potrebbe cambiare presto: Ciarambino conferma infatti che all’interno del Movimento è in atto una discussione per valutare se modificare alcune regole inerenti le elezioni locali “perché correre da soli contro un’accozzaglia di liste è uno svantaggio difficilmente recuperabile”.

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