Sono tantissimi i ‘Brexiteers’, l’ala oltranzista del Partito conservatore che si riconosce nell’European Research Group.
Non sono bastate, quindi, le concessioni sulla questione del ‘backstop’ per il confine irlandese ottenute nell’incontro di lunedì sera a Strasburgo con il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker. Più forte il parere negativo dell’avvocato generale dello Stato, Geoffrey Cox, sulle sue implicazioni legali che ha perciò spinto la fronda euroscettica del Partito conservatore e gli alleati nordirlandesi a votare ‘No’ all’accordo.
Dopo la sconfitta, la premier conferma in ogni caso il calendario parlamentare: oggi si terrà il voto sull’opzione ‘no deal’, vale a dire se procedere o meno con una Brexit senza accordo. Ai parlamentari conservatori, ha spiegato May, sarà concessa libertà di voto, previsto alle 19.
Se invece l’opzione ‘no deal’ verrà respinta, giovedì i Comuni saranno chiamati a decidere se chiedere all’Unione europea una proroga dell’Articolo 50, rinviando così la Brexit.
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