“Noi non abbiamo gli strumenti di verifica sopratutto quelli relativi all’accertamento del patrimonio mobiliare di chi accede al beneficio: quindi a posteriori potremmo trovarci a fare un’azione di recupero nei confronti di famiglie che non se la passano bene, più di 100mila nuclei familiari a cui potremo richiedere indietro anche 10mila euro“. È il presidente Inps Tito Boeri a profilare questa eventualità nel corso della trasmissione Otto e mezzo su La7. “Non siamo infatti ancora in grado di verificare il patrimonio mobiliare delle persone. Sarebbe meglio quindi attrezzarci per i controlli prima e non dopo di erogare il reddito”, conclude.
Oltre la metà delle famiglie interessate al reddito di cittadinanza vive al Sud.
Su 1 milione e 308mila famiglie, il 57% risiede nel meridione. Secondo i dati forniti dall’Istat alla commissione Lavoro, infatti, delle persone potenzialmente interessate “752mila vivono nel Mezzogiorno, 333 mila al Nord e 222 mila al centro”. Calcolando le relative incidenze si stima che le famiglie beneficiarie siano “il 9%” di quelle residenti nel Mezzogiorno, il 4,1% al Centro e il 2,7% al Nord.
I single, invece, “costituiscono il 47,9% delle famiglie beneficiarie” del reddito di cittadinanza: a loro andranno in media 4.469 euro l’anno, mentre il sussidio medio in generale sarà di 5.045 euro, con punte più alte al Sud (a 5.176 euro). Le famiglie residenti al Nord avranno invece in media 4.837 euro, e 4.912 euro quelle abitanti al Centro.
Complessivamente l’85% dei beneficiari del reddito di cittadinanza è cittadino italiano, mentre gli stranieri rappresentano poco meno dell’11%. Fra i destinatari del reddito di cittadinanza i nuclei familiari composti da soli cittadini italiani sono un milione e 56mila, circa l’81% del totale delle famiglie beneficiarie, mentre quelli formati da soli stranieri, cittadini dell’Ue ed extracomunitari, sono 150mila (11,5%). Di queste ultime famiglie, quelle di soli cittadini extracomunitari sono 95mila (7,3%), mentre le famiglie miste di italiani e stranieri sono 102mila (7,8%).
Per quanto riguarda l’occupazione dei beneficiari, su 2,7 milioni di persone 679mila sono casalinghe mentre 428mila risultano occupati e 613mila disoccupati. Gli under 16 sono 515mila, mentre gli studenti sono 184mila e i ritirati dal lavoro 224mila. Gli inabili al lavoro sono infine 63mila. Se si guarda solo alle persone in età da lavoro (15-64 anni), le casalinghe che potrebbero ottenere il sussidio sono 465mila (il 26% del totale).
Tra i potenziali beneficiari del reddito di cittadinanza in età da lavoro ci sono però anche circa 120mila laureati, anche se la stragrande maggioranza (oltre il 62%, cioè 1 milione e 120mila persone) ha conseguito solo la licenza media o quella elementare (241mila persone, il 13,4%). Il 30,9%, 553mila persone, ha un diploma di scuola superiore.
Secondo l’Istat il costo totale del Reddito di cittadinanza nell’ipotesi che ne faccia domanda l’85% degli aventi diritto, è stimato in circa 6,6 miliardi di euro su base annua, e “determinerebbe una riduzione della disuguaglianza nella misura di 0,2 punti percentuali dell’indice di Gini, che passerebbe da 30,1 a 29,9%”.
Tridico: “Numeri governo più affidabili dell’Inps” – “La platea dei beneficiari del reddito di cittadinanza così come scritto nella relazione tecnica bollinata dalla Ragioneria riguarda una stima di adesioni all’85% per circa 1,3 milioni di famiglie (e circa 4 milioni di persone). La stima dei nuclei potenziali è invece di circa 1,7 milioni per 4,9 milioni di cittadini. Le stime dell’Inps, al netto di quelli sulla pensione di cittadinanza, si basano su un database meno affidabile” di quello del “Ministero del lavoro, usato e testato anche in passato”. Lo ha comunicato in una nota Pasquale Tridico, consulente del ministero.
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