Beppe Grillo la spara grossa: un Senato di cittadini estratti a sorte

La proposta sul suo blog: "Non fraintendetemi, non dico che è perfetto. La domanda giusta è: funziona meglio? Per quanto mi riguarda, è SI".

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28 Giugno 2018 - 10.30


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“Oggi dobbiamo porci due domande. La prima è se vivere in democrazia sia una buona cosa, la seconda è se le nostre democrazie stanno funzionando bene”. Comincia così un lungo post sul blog di Beppe Grillo, intitolato significativamente “Il più grande inganno della politica: farci credere che servano i politici”.

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“Se rispondiamo come ci hanno insegnato, cioè che va tutto bene, allora – avverte Grillo – c’è un enorme paradosso, una palese contraddizione. Perché non sta funzionando molto bene”.

Il fondatore del Movimento Cinque Stelle propone una soluzione tutta sua, estremamente audace anche per chi, come lui, è da sempre un sostenitore della democrazia diretta.

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“Io un’idea ce l’ho, il suo nome tecnico e’ ‘sortition’. Ma il suo nome comune è ‘selezione casuale’. L’intuizione è di un certo Brett Hennig. L’idea è molto semplice: selezioniamo le persone a sorte e le mettiamo in parlamento”.

“Sembra assurdo, ma pensateci un attimo. Le selezioni dovrebbe essere equa e rappresentativa del Paese. Il 50 per cento sarebbero donne. Molti sarebbero giovani, alcuni vecchi, altri ricchi, ma la maggior parte di loro sarebbero gente comune. Sarebbe un microcosmo della società”.

“Non è così pazza come idea. La selezione casuale è stata un elemento chiave del modo in cui si è svolta la democrazia nell’antica Atene. La ‘demarchia’ era un concetto fondante della civiltà classica, anche Aristotele, nella Retorica, definisce la democrazia stessa come la forma in cui si estraggono a sorte i rappresentanti. Gli antichi Ateniesi selezionavano a caso i cittadini per occupare la maggior parte dei loro posti politici. Sapevano che le elezioni erano dispositivi aristocratici. Sapevano che i politici di carriera erano una cosa da evitare”.

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“E penso che ora sappiamo anche noi queste cose. Ma più interessante dell’antico uso della selezione casuale è la sua moderna rinascita. La riscoperta della legittimità della selezione casuale in politica è diventata così comune negli ultimi tempi, che ci sono semplicemente troppi esempi di cui parlare”.

“Da tutti gli esempi moderni emerge un fatto: se date alle persone la responsabilità, agiscono in modo responsabile. Non fraintendetemi, non dico che è perfetto. La domanda giusta è: funziona meglio? Per quanto mi riguarda, è SI”.

“Proprio in questi anni si sta sperimentando la selezione naturale. Possiamo introdurla nelle scuole, nei luoghi di lavoro e in altre istituzioni, come sta facendo “Democracy In Practice” in Bolivia. Possiamo tenere giurie politiche e assemblee di cittadini, come sta facendo la New Democracy Foundation in Australia, o come sta facendo il Jefferson Center negli Stati Uniti e come sta facendo il governo irlandese in questo momento o come la Fondazione Sortition sta facendo nel Regno Unito”.

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“Forse il primo passo – conclude Grillo – sarebbe una seconda camera nel nostro parlamento, piena di persone scelte a caso, un senato dei cittadini, se volete. C’è una campagna per un senato popolare in Francia e un’altra campagna in Scozia. Sarebbe come un cavallo di Troia nel cuore del governo. E poi sostituire le elezioni con il sorteggio”.

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