Eccone un altro. Una spara-fesserie un tanto al chilo, perché l’ignoranza di molti grillini (non tutti, ovviamente) è utile per lo sport preferito che è quello di urlare per ottenere l’applauso (e il voto) di un’opinione pubblica inconsapevole e – forse – stanca perfino delle regole democratiche che mal si conciliano con gli strepiti da social.
Eppure chi usa la Costituzione per criticare Mattarella (che della Corte Costituzionale è stato giudice) dovrebbe almeno conoscere l’abc e non dire minchiate un tanto al chilo.
Questo il fine discorso del costituzionalista da social di Stefano Manlio, grillino doc; “Nessuno in questi 80 giorni ha voluto forzare la mano, nessuno ha voluto fare di testa sua, ma c’è un limite su tutto che va rispettato se ci si vuole ancora definire un Paese democratico ed è proprio che la volontà del popolo italiano deve essere rispettata”.
Poi il deputato con alto sprezzo del ridicolo ha proseguito: “La nostra amata Costituzione, all’articolo 92, attribuisce al Presidente della Repubblica la facoltà di nominare i Ministri su proposta del Presidente del Consiglio ma, ben più in alto ovvero all’articolo 1 sostiene solennemente che ‘La sovranità appartiene al popolo'”.
Gli italiani, continua, “hanno detto forte e chiaro che vogliono un governo del cambiamento e questo noi ci impegnano a fare usando le migliori risorse. In questi 5 anni nessuno è riuscito mai a criticare una nostra proposta, solo i modi o le apparenze, oggi nessuno riesce a criticare i CV dei nostri ministri e quindi credono di poterne criticare le idee. Questo sì che è da Ventennio. Noi non molleremo”.
Caro di Stefano, dall’alto della tua crassa ignoranza costituzionale (e meno male che la ami…) dovresti sapere – ma allegramente ignori – che l’articolo 1 va letto per intero. E il secondo capoverso dice: “La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.
E tra le forme e i limiti della Costituzione c’è l’articolo 92. Senza quella precisazione la Carta poteva aver un solo articolo, o no? Altrimenti perché scriverne 139 se non proprio per stabilire come e con quali strumenti il popolo esercità la sovranità? Perfino l’ottimo Razzi lo sa.
In alternativa si potrebbe scrivere: l’Italia è un covo di cazzari fondato su Facebook, la sovranità appartiene a chi urla di più o la dice più grossa. In questo caso Di Stefano potrebbe presentarsi alle presidenziali con qualche chances…
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