In Sicilia in lista c'è solo Renzi. Campagna avvelenata e altri addii all'orizzonte

Antonello Cracolici, parlamentare regionale, in direzione ha votato no alle liste così come le ha volute e confezionate Matteo Renzi:"Non potevo stare zitto"

Antonello Cracolici
Antonello Cracolici
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27 Gennaio 2018 - 16.38


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di Tancredi Omodei

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“Si tenta di chiamarlo “rinnovamento”, ma è semplicemente cancellazione delle differenze, delle storie e in particolare della Sinistra”. Il più esplicito è lui, Antonello Cracolici, parlamentare regionale, che in direzione ha votato no alle liste così come le ha volute e confezionate Matteo Renzi.

“Non potevo stare zitto. Non posso stare zitto – dice Cracolici – Ognuno dovrà assumersi tutta responsabilità di quanto sta avvenendo. Il “dopo 4 marzo” – prospetta Cracolici – rischia di presentarsi come il tempo di ulteriori divisioni e ulteriori addii”. Quindi, la notte tra il 4 e il 5 marzo in Sicilia si prevede una notte buia e tempestosa. Amara la conclusione di Cracolici: “Ma chissà, forse in definitiva è quello che si vuole…”.In lista in Sicilia, dunque, nel PD, renziani, e solo renziani. Ecco gli otto capilista in Sicilia, gli unici che saranno certamente eletti sondaggi alla mano: per il Senato, nei due collegi capilista saranno Davide Faraone ( proconsole di Renzi in Sicilia ) e Valeria Sudano. Nei sei collegi della Camera il segretario provinciale di Palermo Carmelo Miceli, la figlia dell’ex ministro Salvatore Cardinale, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, il rettore dell’Università di Messina Pietro Navarra, il segretario regionale Fausto Raciti e il braccio destro del sindaco Leoluca Orlando, Fabio Giambrone. L’ingresso del fedelissimo di Leoluca Orlando in lista, con un posto ok arriva esattamente all’indomani dell’adesione del sindaco di Palermo al PD.

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In Sicilia non ci sono candidati di altre aree, fuori l’ex presidente della Commissione Antimafia, il senatore Beppe Lumia, fuori l’ex governatore Rosario Crocetta. Per Lumia e Crocetta che escono non ci sono ingressi di quelli che avrebbero segnato un cambiamento, come per esempio il presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci, che ha dato una svolta all’atteggiamento nei confronti della mafia che voleva mettere le mani sui finanziamenti su terreni e pascoli. Rabbia diffusa, invece, per la corazza messa alla candidatura della figlia dell’ex ministro Cardinale. Una furia l’ex presidente della Regione, Rosario Crocetta, che si arma di megafono ( il suo storico simbolo elettorale ) ed annuncia una campagna contro i dem da qui al voto: “Sulle liste Pd: e’ andata come avevo previsto – dice Crocetta – Non sarà certamente la vicenda delle candidature a farci rinunciare alla politica. Saremo presenti in campagna elettorale, con il nostro Megafono, nelle piazze di tutta la Sicilia per denunciare il processo di restaurazione in corso e di vera e propria epurazione di ogni dissenso”. Crocetta promette “un’operazione verità”.

Durissimo Lumia: “Stanotte è stato dato un altro colpo mortale all’idea di partito progressista, plurale, fatto di culture politiche, di classi dirigenti, di progettualità che si incontrano, per restringere il cerchio e vivere questa campagna elettorale con un’idea disperata e del “si salvi chi può”.L’area Incalza Lumia:”Emiliano e l’area Orlando sono state colpite alle spalle perchè hanno un’idea di partito progressista, plurale e aperto…” Crocetta, Lumia e Cracolici sostanzialmente dicono che adesso inizia un’altra storia, per un partito “non a trazione dorotea, ma di sinistra, una sinistra radicata nei territori e socialmente attenta ai valori dell’uguaglianza e della sicurezza”. L’unico voto contrario nella tormentata direzione – come detto – quello di Cracolici.

Definisce “mortificante” l’esclusione di Crocetta: “Si sono cancellate storie percorsi: si tenta di chiamarlo “rinnovamento”, ma è semplicemente cancellazione delle differenze, delle storie e in particolare della Sinistra…Ognuno dovrà assumersi tutta responsabilità di quanto sta avvenendo. Il “dopo 4 marzo” rischia di presentarsi come il tempo di ulteriori divisioni e ulteriori addii…”. In direzione, proteste di Giuseppe Provenzano, area Orlando, che ha dovuto cedere il passo alla figlia di Cardinale: “Ho appreso di essere stato inserito nella lista plurinominale di Agrigento-Caltanissetta, al secondo posto, dopo l’on. Daniela Cardinale, figlia di. Ho ringraziato, ma ho declinato l’invito”.

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Da registrare anche il tentativo del fedelissimo Faraone di chiedere a Giovanni Panepinto e Lillo Speziale di supportare la”figlia di”, ma entrambi hanno rifiutato. Stesso rifiuto da un altro esponente dem, Provenzano. Per il sottosegretario Maria Elena Boschi candidatura anche in Sicilia. Appuntamento al 5 marzo. Nel frattempo, una campagna elettorale difficile e avvelenata.

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