Lo stupro? Ormai è anche uno strumento di lotta politica: il caso di Forza Nuova
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Lo stupro? Ormai è anche uno strumento di lotta politica: il caso di Forza Nuova

I fascisti stanno facendo girare un manifesto vergognoso. Chissà se la magistratura lo esaminerà per i suoi rilevi penali come incitamento all'odio

Il manifesto di Forza Nuova che ripropone quello fatto dal regime fascista
Il manifesto di Forza Nuova che ripropone quello fatto dal regime fascista
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Diego Minuti Modifica articolo

30 Agosto 2017 - 10.07


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Se fossi un magistrato inquirente (e per vostra fortuna, più che mia, non lo sono), vedendo l’ultimo manifesto di Forza Nuova avrei già dato mandato alla polizia giudiziaria per acquisire tutti gli elementi – autore, stampatore, distributore – e quindi per verificare se possa essere fondata l’ipotesi di reato di incitamento all’odio razziale. Il suddetto manifesto – fatto dai fascisti durante la seconda guerra mondiale e riciclato in occasione dello stupro di gruppo di Rimini – ritrae una ragazza che si difende dall’attacco di un ragazzo nero che, visto il ghigno che sfoggia, sta cercando di violentarla. Le frasi sul manifesto (”Difendila dai nuovi invasori: potrebbe essere tua madre, tua moglie, tua sorella, tua figlia”, dimenticando colpevolmente le nonne, le cognate, le suocere, le cugine di terzo grado, le comari, le amiche del cuore, le amanti, le concubine, le portiere, le sarte, le fruttivendole….) richiamano la più trita propaganda del regime fascista cara in questo periodo alle formazioni di destra per le quali chi delinque deve essere per forza un immigrato. Cosa che accade, ed anche spesso, ma il problema è che per Forza Nuova, come per altri, tutto è lecito per raccattare voti, anche ritrarre il ”cattivo” con sembianze estremizzate, tipizzate: fronte prominente, labbra carnose in modo abnorme, braccia lunghe e mani artigliate. Insomma il topos perfetto dell’immigrato-stupratore. Di contro, la preda è rappresentata come una Madonna diafana di italica stirpe, come una vergine che è pronta all’estremo sacrificio.
Una immagine che avrebbe reso orgoglioso persino Gino Boccasile, l’illustratore principe del fascismo, quello che dipingeva repubblichini e nazisti come la più bella gioventù, mentre neri ed ebrei erano un concentrato di luoghi comuni, umanoidi ritratti in modo da suscitare orrore, paura o ribrezzo.

L’iniziativa di Forza nuova rientra in una chiara strategia che è politica ed elettorale insieme. Che poi non riesca a raccogliere che uno ”zero virgola” è cosa che poco importa, perché è parte di quel mosaico politico che si sta sviluppando in Italia soprattutto a destra e che focalizza la sua azione nella ricerca di qualsiasi argomento possa aumentare il potenziale orticello di voti.
Bei tempi quando uno stupro era solo uno stupro di cui si occupavano polizia e carabinieri e, poi, un magistrato. Oggi, dove tutto fa spettacolo, sembra quasi che le formazioni di destra (nessuno ripeta la solita banalità che ormai destra e sinistra non esistono) si freghino le mani ogni qual volta un ‘non italiano’ (perché può anche essere straniero, ma se immigrato è meglio) si macchia del delitto di violenza sessuale. Quando accade è tutto un fiorire di dichiarazioni, di contumelie, di accuse, di proposte (‘castrazione chimica” è quella montessoriana preferita da Matteo Salvini) che si abbattono non solo sul presunto responsabile, ma sull’intera categoria degli immigrati, con una generalizzazione che fa rabbrividire. Difficilmente – perché non conviene – questo andazzo cambierà. Anche se in politica tutto è lecito, come le conversioni sulla tortuosa via per Damasco, come quella che ha colpito, anzi folgorato lo stesso Salvini che oggi, vedendoli come potenziali elettori, tesse le lodi dei meridionali, quegli stessi che, fino a poco tempo fa, per lui erano sfaccendati, scansafatiche, geneticamente lazzaroni. Insomma, ‘terun’.
La vicenda di Rimini (una ragazza polacca ed un transessuale sudamericano stuprati da quattro sconosciuti stranieri) non viene esaminata guardando alla sua essenza – un essere umano che subisce l’estremo oltraggio della violenza -, ma come ariete, come strumento da usare per attaccare politicamente un avversario, sia che dica qualcosa, sia che rimanga in silenzio. Il caso del presidente della Camera, Laura Boldrini, è paradigmatico perché viene attaccata sempre e comunque e, come nel caso di Rimini, perché, non commentando la vicenda, avrebbe difeso gli – a lei cari – immigrati. Mi chiedo se la violenza degli attacchi alla Boldrini sia stata usata anche contro altri che non hanno voluto esprimersi sullo stupro di Rimini, o invece, come io credo, quello che le è stato vomitato addosso sia conseguenza di una acritica opposizione a lei.
Laura Boldrini certo non brilla per simpatia, forse anche perché tutti si ricordano come è arrivata alla terza carica della Repubblica senza alcun background politico, senza alcun apprendistato, e grazie esclusivamente ad una martellante presenza sui media legata solo al ruolo di portavoce dell’Unhcr. Ma il fatto che non riesca a mostrare empatia se non per le cose che le stanno veramente a cuore (dagli immigrati alla campagna a tratti esasperante per declinare al femminile tutto il possibile) non deve fare di Laura Boldrini un bersaglio.

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