Raffaele Marra e Salvatore Romeo dipinti come onesti, trasparenti, di specchiato rigore morale. Queste le parole usate dalla Raggi per difendere agli occhi della Casaleggio associati i suoi fedelissimi, gli uomini forti del suo cerchio magico. La pubblicazione è comparsa oggi su Repubblica. Virginia Raggi nella mail, poi sversata sulla chat dei quattro amici al bar, parla di “Onestà, trasparenza e rigore morale”. Queste le doti che la sindaca riconosceva ai suoi fedelissimi, Raffaele Marra e Salvatore Romeo. Il primo in carcere per corruzione (e con lei indagato per abuso d’ufficio per la nomina del fratello, Renato, a capo del dipartimento Promozione Turismo); il secondo inquisito (abuso, sempre insieme alla sindaca) per la sua nomina a capo della segreteria politica del Campidoglio e invischiato in una faccenda assai confusa di polizze vita intestate alla prima cittadina.
Le reazioni. “Anche oggi dai quotidiani apprendiamo, ma ne eravamo già consapevoli, che la doppia verità è di casa nel M5s e nella giunta Raggi”. Così la senatrice Giuseppina Maturani, vice presidente del gruppo del Pd a Palazzo Madama, commenta alcune notizie sulla giunta Raggi apparse oggi sui quotidiani. “Oggi veniamo a sapere – prosegue – che la sindaca che parla di onestà, rigore morale e trasparenza ha tenuto nascoste nei mesi scorsi le indagini sulla Muraro perchè sapeva che sarebbero state devastanti. In più apprendiamo che ad agosto Marra e Romeo erano considerati insostituibili per la sua giunta. Oggi ‘derubricati’ a dipendenti del comune. Ad agosto uomini di specchiata moralità che oggi sono in galera o indagati. E tutto questo dimostra, stando sempre alle notizie di oggi, che anche Casaleggio sapeva che la Muraro era indagata. Ma anche per lui doppia verità. E silenzio. Purtroppo questo triste spettacolo continua sulla pelle dei romani”.
Era il 14 agosto. La sindaca gira nella chat “Quattro amici al bar”, un messaggio lunghissimo che, dice, “ho inviato oggi a Casaleggio”. Lo manda a Frongia, Romeo e Marra. Confidenze che fa a Davide Casaleggio, spiegando anche perché: “Sino ad oggi sei stato l’unico a darmi una motivazione che non fosse: noooooo”. La questione è quella delle nomine della sua giunta e del suo staff.
Il testo. “Se a tuo avviso la non opportunità politica della nomina risiede nel fatto che alcune persone hanno lavorato con le amministrazioni precedenti, circostanza normale essendo dipendenti, e quindi non “vergini”, allora lo stesso ragionamento deve essere applicato all’assessora all’Ambiente Paola Muraro. Sul suo capo, peraltro, oltre ai 12 anni di lavoro come consulente in Ama (che è un disastro totale), ci sono telefonate con Buzzi, sue dichiarazioni del 2014 a favore degli inceneritori, ecc. Inoltre, lei ha anche un 335 positivo, ossia hanno iscritto un presunto reato a suo carico (lo staff romano lo sa e ha fatto quadrato, come anche noi del resto), del quale ignoriamo gli estremi. Non è un avviso di garanzia ma potrebbe diventarlo”. Come detto, era il 14 agosto. Appena 4 giorni prima, il 10 agosto, Raggi aveva detto: “L’avviso di garanzia per Muraro? È un’ipotesi al momento irreale”. A quanto pare sapeva bene che stava per arrivare.
Raggi continua: “Non la conoscevo. Ce l’ha presentata Stefano Vignaroli. Ti dico una cosa: mi sembra brava e proprio il fatto di aver lavorato all’interno del sistema fa sì che lei possa “girare la chiave nel quadro e far partire la macchina”. I nostri detrattori chiedono “discontinuità”, ma è proprio questa esperienza che ci consente di produrre risultati”.
“Così è per le altre persone che sono di nostra fiducia. Romeo è iscritto al M5S dal 2012, lo conoscono tutti i consiglieri perché li ha sempre aiutati durante le sessioni di bilancio, ha collaborato con alcuni dei nostri senatori”. Romeo, il suo capo segreteria che le ha intetato le polizze. Poi dofende l’ex capo del personale oggi in carcere e indagato per corruzione: “Marra lavorava più con noi consiglieri. Loro, come gli altri nostri collaboratori storici, possono “girare la chiave e far partire la macchina” e lo stanno già facendo. Ed è questo che, unitamente all’onestà, al rigore morale, al rispetto ferreo della legge, ci aiuta a non sbagliare a produrre da subito i risultati che servono per far vedere ai romani (e al mondo) che questa amministrazione sta già lavorando e fa cose. Se mettessimo tutte persone anche preparate ma “vergini di amministrazione”, starebbero i primi sei mesi solo a capire dove è il bagno. E non abbiamo tutto questo tempo, non ce lo daranno i nostri nemici”.
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