Bologna, firme false: quattro grillini indagati per le regionali 2014

C'è anche il consigliere Marco Piazza, vicepresidente dell'assemblea comunale di Bologna.

Grillo in piazza a Bologna nel 2010
Grillo in piazza a Bologna nel 2010
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23 Novembre 2016 - 11.42


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Bologna come Palermo. Ci sono quattro indagati nell’inchiesta sulle presunte irregolarità per la raccolta firme del Movimento Stelle per le Regionali del 2014 in Emilia-Romagna. Il reato ipotizzato è la violazione della legge elettorale. L’indagine della Procura di Bologna è partita un mese fa dopo aver ricevuto dai carabinieri di Vergato un fascicolo contenente un’indagine durata due anni, iniziata a seguito di un esposto presentato da due ex attivisti del M5S di Monzuno, Stefano Adani e Paolo Pasquino.

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Al momento sembra dunque che non siano contestate firme false, ma irregolarità commesse nella raccolta delle stesse sottoscrizioni, per le liste circoscrizionali dei candidati del Movimento 5 Stelle.
L’esposto che diede il via agli accertamenti fu presentato da Paolo Pasquino e Stefano Adani, ex militanti di Monzuno, paese dell’Appennino. La denuncia riguardava anche una sottoscrizione ritenuta irregolare perché avvenuta al Circo Massimo di Roma, quindi fuori dal territorio di competenza, durante un raduno M5S, dal 10 al 12 ottobre 2014.

Le reazioni. Il capogruppo in consiglio comunale del M5S Massimo Bugani ha commentato l’indagine in corso. “Su Piazza metto la mano sul fuoco. L’autosospensione in questi casi ci può stare, ne parlerò con i garanti. Sulla raccolta delle firme, se ci sono errori, si dimostrerà che è stato un fessacchione a prendere  qualche firma a Roma, firme vere,  che poi le ha portate a un banchetto e le ha infilate dentro agli altri moduli. Se l’errore è grave o no, vedremo, se l’errore è questo è risibile, se c’è altro

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si tratta di scherzetti fatti da chi era pieno di livore per l’esclusione dalle candidature per le regionali”
“Di Maio parla di brogli ed incredibilmente non si riferisce a Palermo e Bologna. La grillopoli si sta allargando, è ora che i vertici del Movimento Cinque Stelle ammettano la loro responsabilità. Le firme false non possono più essere considerate casi isolati”. Lo afferma la senatrice Francesca Puglisi della segreteria nazionale Pd.

 
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