La ministra Boschi: contro di noi i poteri forti
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La ministra Boschi: contro di noi i poteri forti

La ministra si difende in un'intervista: 'posso sbagliare ma mai in malafede. Solo l'ambasciata inglese ci sollecitò l'emendamento'. Lei e Guidi dai Pm.

Boschi: contro di noi i poteri forti
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3 Aprile 2016 - 10.21


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E’ partito via twitter il dialogo poi diventato un’intervista con il quotidiano La Stampa. Si difende il ministro per le riforme Maria Elena Boschi accusata da parte dell’opposizione dopo le dimissioni del ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi in seguito alla pubblicazione di una intercettazione nell’ambito dell’inchiesta di Potenza sui rifiuti legati all’estazione del petrolio in Basilicata, nella quale la Guidi al compagno Gianluca Gemelli, per il quale è stato richiesto l’arresto dice: “metteremo quella norma al Senato
se Maria Elena è d’accordo”.






“Posso sbagliare – dice la Boschi nell’intervista alla ‘Stampa’ – ma mai in malafede. I poteri forti sono contro di noi’. La ministra spiega: ‘Mai conosciuto Gemelli. Possono dirci incapaci, ma non disonesti. Io favore a mio padre? Non c’ero alle riunioni, il decreto lo fece il Mef’. E, ancora Boschi spiega che ‘Con l’emendamento abbiamo solo fatto la cosa giusta per l’Italia’, e precisa ‘non sapevo degli interessi di Gemelli’. L’azione giudiziaria legata al referendum trivelle?: ‘non ci voglio credere’.


L’intervista. Non fa giri di parole chi intervista: “Ministro, lei conosceva, o ha mai incontrato, Gianluca Gemelli, il compagno della ministra dimissionaria Guidi?” La risposta è un secco “no”.
Io quel provvedimento lo difendo, risponde a una necessità, crea lavoro. Naturalmente posso sbagliare, non dico di essere perfetta. Ma anche nei miei errori c’è sempre la buonafede, mai la lusinga di qualcuno o gli interessi personali”. E’ quanto afferma alla Stampa, il ministro Maria Elena Boschi, che precisa: “Mai conosciuto il fidanzato della Guidi. Io favori a mio padre? Non c’ero nelle riunioni decisive, il Tesoro fece il decreto”.

“Ogni settore che smuove posti di lavoro ha le sue lobby – spiega Boschi -. Noi abbiamo una linea chiara: sbloccare il Paese, toglierlo dalle sabbie mobili della burocrazia. Vale per le estrazioni, per l’edilizia che ha perso oltre mezzo milione di posti di lavoro, per la banda larga. Non sapevo nulla del compagno di Federica. Ma conosco molto bene il provvedimento, atteso dal 1989. Era ed è sacrosanto. Se poi il compagno di Guidi o chiunque altro ha violato la legge, giusto che ne risponda. Noi abbiamo semplicemente fatto la cosa giusta per l’Italia”.
“Certo che con la Guidi ho parlato di quell’emendamento – aggiunge quindi -. Ma non sapevo quali interessi avesse Gemelli”. Sulla norma entrata e uscita alle quattro di notte, Boschi osserva che si tratta di “normali dinamiche parlamentari.

Succede sempre, si trovano almeno altri cento esempi simili negli ultimi due anni”. “Certo che intorno alle opere pubbliche si muovono interessi. È ovvio – commenta anche -. Ma non per questo si deve bloccare tutto altrimenti l’Italia muore. Occorre avere due stelle polari: la legge e la propria coscienza. Io personalmente le ho rispettate entrambe. Ci attaccano i poteri proprio perché non siamo schiavi dei poteri forti, non siamo il terminale di niente e di nessuno. Questo non piace a molti”.

Sull’offensiva dei giudici, Boschi afferma: ” Tra alcuni dei nostri c’è la tesi di un’azione giudiziaria legata al referendum sulle trivelle; ma io non ci voglio credere”. Su Beppe Grillo, aggiunge: “Ho apprezzato che a nome del Pd Bonifazi abbia chiesto i danni civili e penali a Beppe Grillo”. E sul caso Estruria: “complessivamente abbiamo in Banca Etruria poche migliaia di euro in tutto. E mio fratello ha ottenuto un mutuo con sua moglie”.


“Certo che intorno alle opere pubbliche si muovono interessi. E’ ovvio. Ma non per questo si deve bloccare tutto altrimenti l’Italia muore. Occorre avere due stelle polari: la legge e la propria coscienza. Io personalmente le ho rispettate entrambe.
Ci attaccano i poteri proprio perche’ non siamo schiavi dei poteri forti, non siamo il terminale di niente e di nessuno. Questo non piace a molti”. Maria Elena Boschi affida a un’intervista a La Stampa la sua lettura delle vicende legate all’inchiesta di Potenza.
“Io – torna a dire il ministro per i Rapporti con il Parlamento a proposito di Tempa Rossa – quel provvedimento lo difendo, risponde a una necessita’, crea lavoro. Naturalmente posso sbagliare, non dico di essere perfetta. Ma anche nei miei errori c’e’ sempre la buonafede, mai – rivendica – la lusinga di qualcuno o gli interessi personali”.
“Ogni settore che smuove posti di lavoro ha le sue lobby. Noi abbiamo una linea chiara: sbloccare il Paese, toglierlo dalle sabbie mobili della burocrazia. Vale per le estrazioni, per l’edilizia che ha perso oltre mezzo milione di posti di lavoro, per la banda larga.
Non sapevo nulla del compagno di Federica. Ma conosco molto bene il provvedimento, atteso dal 1989. Era ed e’ sacrosanto. Se poi il compagno di Guidi o chiunque altro ha violato la legge – rileva ancora Boschi – giusto che ne risponda. Noi abbiamo semplicemente fatto la cosa giusta per l’Italia”.


Il ministro Boschi nel corso dell’intervista a La Stampa torna a ricordare, fra l’altro, come “piu’ volte direttamente il presidente del Consiglio aveva sottolineato pubblicamente l’importanza di Tempa Rossa” e richiama dunque all’attenzione che “e’ tutto alla luce del sole, nessun blitz, nessun gioco segreto”.
“Non faccio dietrologie. E comunque – dice a chi ipotizza un ‘timing’ legato al referendum sulle trivelle – noi siamo diversi da chi ci ha preceduto. Federica ha sbagliato a fare quella telefonata, lo ha ammesso, se ne e’ andata. La Cancellieri col governo precedente ha sbagliato, lo ha ammesso ed e’ rimasta al suo posto. Ho anche molto apprezzato che a nome del Pd Bonifazi abbia chiesto i danni civili e penali a Beppe Grillo. Possono dirci che non siamo capaci, se credono. Ma non che siamo disonesti”.
“Noi legati alle lobby? Siamo alle barzellette. E’ vero il contrario, noi – rimarca Boschi – non facciamo parte delle grandi lobby che hanno governato il Paese a lungo. Per questo facciamo loro paura. Ma siamo pronti a una legge sul conflitto di interessi: è già stata approvata in prima lettura”.

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