Tra Berlino e Circo Massimo: strada non semplice per Renzi
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Tra Berlino e Circo Massimo: strada non semplice per Renzi

Restano gravi i problemi per il premier Matteo Renzi, mentre l’Europa rischia di sfarinarsi. [Nuccio Fava]

Nuccio Fava
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30 Gennaio 2016 - 18.53


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di Nuccio Fava

Non c’è stato nessuno scontro, come si temeva alla vigilia, clima cordiale e amichevole come durante una visita per un piacevole week and nell’affascinante Berlino. Questa sì una grande capitale con presenze di ogni genere. Anche tanti Italiani non solo studenti, ricercatori e architetti.

Avevo visitato ancora ragazzo Berlino, invitato ad un seminario – organizzato da “ Giovane Europa” – dedicato ai paesi del socialismo reale. Veniva spesso a trovarci Willy Brandt allora capo mastro di Berlino. Avrebbe ricevuto il Nobel per la pace nel 1971 dopo aver compiuto un gesto storico inginocchiandosi di fronte ai forni crematori nazisti e divenendo anche, per la prima volta, cancelliere social democratico delle repubblica federale tedesca.

Per noi europeisti in erba la sua sola presenza suscitava fascino e intelligenza, apertura e curiosità per le nostre domande. Berlino era allora divisa in quattro zone: le quattro potenze vincitrici. Non c’era ancora quell’osceno muro e noi giovani stranieri potevamo attraversare liberamente la porta di Brandeburgo. Era un percorso piacevole e conveniente, anche perché potevamo scambiare marchi – la moneta tedesca prima dell’Euro – di contrabbando: erano di facile reperibilità nel collegio che ci ospitava al cambio di quattrocinque marchi della DDR contro uno della Germania di Bon.

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Se penso alla strada compiuta rispetto ad allora e con l’Italia in pieno boom, si resta sbalorditi per l’incapacità attuale nell’affrontare i gravi problemi che non trovano risposta. Prevale il ripiegamento sugli interessi nazionali, le suggestioni di uscire dall’Euro, l’emergere sempre più preoccupante dei populismi e della demagogia che fanno breccia crescente anche in Germania e in Italia. È in crisi la capacità politica di guardare con slancio ideale e visione più adeguata agli interessi veri dei popoli europei, la cui salvezza non può risiedere certo in chiusure egoistiche e nemmeno nella chiusura delle frontiere, con l’innalzamento di muri e di filo spinato. Sta qui la grande sfida per l’Europa. Ne discende una grande responsabilità per Germania e Italia che devono sentire come dovere culturale ed etico non meno che politico, il compito storico di rilanciare UE. Superare la crisi economica e sociale, il dramma epocale delle migrazioni e della disoccupazione giovanile, dando slancio e idealità rinnovati e una grande speranza ai popoli dell’Europa che sentono, non a torto, le istituzioni europee e le loro politiche distanti e non comprensibili.

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A noi pare che questo debba considerarsi lo sfondo potenzialmente più fruttuoso e impegnativo per Italia e Germania.

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