Allusioni neanche troppo velate quelle che il senatore ex Pd ha rivolto al presidente del Consiglio Matteo Renzi. “Diciamo che Matteo Renzi non ha stile. Non ho mai manifestato l’intenzione di dimettermi dal Senato, se non in un sms che mandai proprio a lui, disgustato dall’attacco volgare e strumentale che mi aveva mosso davanti all’assemblea del Pd, dopo la vittoria alle Europee. Fu poi Gianni Cuperlo, a riprendermi per i capelli e spiegarmi che la politica, ahime’, e’ anche questo, scorrettezza cialtrona, e che bisogna saper resistere. Grasso mi ricordo’ che avevo un mandato da onorare. Ma Renzi non si fa scrupoli, rivela conversazioni private, infanga per paura di essere infangato”. E ha aggiunto: “E sa che io so. So quanto si senta insicuro quando non si muove sul terreno che meglio conosce, quello della politica contingente. So quanto possa sentirsi subalterno a una donna bella e decisa. Fino al punto di rimettere in questione il suo stesso ruolo al governo. Io so, ma non rivelo i dettagli di conversazioni private. Non mi chiamo Renzi, non frequento Verdini, non sono nato a Rignano”.
Accuse non banali quelle rivolte al premier: “Quanto alla ‘poltrona’, a differenza forse di qualcun altro, io non ne ho bisogno. Ho lavorato per 40 anni, salendo passo dopo passo il cursus honorum, da giornalista fino a direttore. Probabilmente ho ancora ‘mercato’, potrei tornare a fare quello che ho dimostrato di saper fare. Non ora, perché ho preso un impegno accettando la candidatura che Bersani mi propose nel 2013, e lo manterro’, quell’impegno, in barba a chi vorrebbe ‘asfaltare’ il dissenso”.
L’ex direttore di RaiNews 24 usa queste parola per difendersi all’attacco del suo ex segretario di partito che aveva detto: “Corradino Mineo? Un anno fa annunciò le dimissioni da senatore dopo aver offeso in modo squallido i bambini autistici. Disse: ho sbagliato, me ne vado. È sempre lì,a spiegare come va il mondo. Al massimo si dimette dal Pd, ma la poltrona non la lascia, per carità”. E Mineo: “Quanto ai bambini autistici, è stato Renzi a strumentalizzarli nel modo più squallido per ‘spianarmi’. Li ha usati per strappare un applauso in assemblea e non ha fatto poi seguire un solo provvedimento per andare incontro alle tante famiglie in difficoltà. I fatti hanno la testa dura”, ha concluso.
“Corradino Mineo oggi ha sbagliato su Renzi. La battaglia politica deve rimanere sul terreno dei progetti e dei programmi politici. Si scusi”. Lo ha scritto su Twitter Stefano Fassina. E poi il sottosegretario Luca Lotti: “L’odio personale verso Renzi supera ormai ogni decenza. Il linguaggio allusivo di Mineo si commenta da solo. Un saluto solidale a chi come Mineo fonda un gruppo parlamentare contro Renzi e il Pd”.
Riferimenti sessisti: così la pensa la senatrice Laura Cantini della direzione Pd, la quale ha dichiarato che “le donne del Pd sono solo schifate dalle allusioni di Mineo. Pizzini senza destinatario e senza senso che descrivono solo il livore del suo autore. Se la Cosa Rossa comincia così, andiamo bene”.
Sulla stessa lunghezza d’onda la senatrice Francesca Puglisi della segreteria nazionale Pd: “Per Mineo il termine donna deve suonare come una disgrazia. Questo dice molto della sua cultura politica”. E c’è anche chi pensa alla misoginia, come il deputato del Pd Edoardo Patriarca: “Mineo quando attacca Renzi non solo non sa di cosa parla, ma mi chiedo se sia anche misogino. Capisco che ora Mineo abbia voglia di farsi notare, ma a tutto c’è un limite. Queste botte di protagonismo non servono nemmeno a lui”.
Posted by Corradino Mineo on Mercoledì 4 novembre 2015
Argomenti: matteo renzi