Non sono passate inosservate la critiche di Laura Boldrini al premier Renzi e al testo del Jobs Act, che invece è stato largamente condiviso anche con la minoranza Pd. A rispondere alla Boldrini ci ha pensato il vicesegretario del Partito Democratico Debora Serracchiani: «Mi è un pò dispiaciuto che la terza carica della Stato prenda una posizione così di fronte alle riforme del governo. Un eccesso rispetto alla sua posizione di garanzia».
“Il jobs act è una riforma di sinistra. Mi fa piacere che Alfano dica bene di una riforma di sinistra. Vuol dire che siamo nella direzione giusta”, ha detto Debora Serracchiani che si dice “dispiaciuta per le banalizzazioni di Fassina”.
“Questa riforma aumenta le tutele. Fassina – ribadisce a ‘L’intervista’ su Sky Tg 24 – era critico e lo resterà, ma deve rispondere al fatto che le imprese hanno aspettato questa riforma per assumere tanti giovani. Gli imprenditori non hanno più alibi per non assumere. Il testo della legge delega era diverso da quello passato in Cdm prima della direzione del Pd in cui è stato approvato l’ordine del giorno”. Detto questo, Serracchiani ammette: “sui licenziamenti collettivi non abbiamo dato ascolto alle indicazioni delle commissioni. Ma sono pareri consultivi e non vincolanti. Abbiamo ascoltato e il governo ha preso delle decisioni. Bisogna andare avanti con le riforme, devono andare tutte avanti”, conclude.
Scelta Civica. «Il governo, tirando dritto sul jobs act, ha esercitato una sua legittima facoltà, posto che il parere delle commissioni non era vincolante». Così Scelta Civica, che spiega: «In assenza di questioni vere sul metodo, ne consegue che quello della presidente Boldrini è stato un discutibile intervento, fatto in realtà per questioni di merito». Scelta civica prosegue: «Senza contare che il parere negativo delle commissioni è stato palesemente frutto del voto di due partiti di opposizione, Sel e 5 Stelle, e di una corrente di opposizione interna alla maggioranza, la sinistra Pd. Noi di Scelta civica, ovviamente, non avevamo votato quel parere, il cui unico obiettivo era depotenziare quanto fatto dal governo con il nostro pieno appoggio».