Guerra in Libia: il Pd smentisce il Pd
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Guerra in Libia: il Pd smentisce il Pd

La delegazione dei democratici all'Europarlamento si schiera contro l'ipotesi di intervento evocata dalla Pinotti: deriva pericolosa.

Patrizia Toia
Patrizia Toia
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16 Febbraio 2015 - 16.23


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Il primo a storcere il naso sulla possibilità che l’Italia mandasse un contingente in Libia per contrastare Isis era stato Romano prodi, il quale aveva detto: tanti capi delle tribù non sono stati ascoltati, ci sono 1 milioni di libici che vivono in Egitto e che nessuno ha ascoltato, 600 mila che vivono nel resto del mondo e che nessuno ha ascoltato.

Bisogna andare cauti. Parole che sono sembrate una netta presa di distanza dalla fuga di avanti del ministro degli Esteri, Gentiloni e, soprattutto, di quello della Difesa, Roberta Pinotti che sembrava aver dichiarato guerra.
Così dopo la mezza frenata di Renzi anche dal Pd sono arrivate posizioni critiche.

La posizione di Patrizia Toia «Chi conosce la Libia sa quanto sia drammatica e delicata la situazione in questo momento. In questa fase occorre quindi dimostrare la massima cautela ed evitare posizionamenti precipitosi che rischiano di provocare guasti e derive pericolose». Questa è la posizione espressa da Patrizia Toia, capogruppo Pd al Parlamento Europeo, a nome di tutta la delegazione. «L’opzione militare restringe radicalmente lo spazio della riflessione politica e della diplomazia e non va quindi evocata a cuor leggero».

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Rosa Calipari “Purtroppo siamo ormai di fronte ad una situazione di drammatico caos e di orribile violenza, determinata da vari fattori, nella quale occorre intervenire ma ha fatto bene il presidente Matteo Renzi a richiamare la responsabilità dell’Europa e dell’Onu. Noi siamo il fronte Sud dell’Europa, non possiamo certo farci carico da soli di un intervento armato che speriamo sia l’ultima ratio.

In ogni caso, se la diplomazia internazionale non riuscirà a riportare sotto controllo la situazione, è chiaro che le armi dovranno intervenire sulla base di piani chiari, di obiettivi precisi, di ruoli definiti e di alleanze sicure. Non sarebbe una missione di peace-keeping e dunque non sarebbe giusto intervenire da soli.

Si muova l’Europa, si muova l’Onu, si stabiliscano interlocuzioni con i Paesi dell’area e noi daremo il nostro contributo responsabile”, ha commentato Rosa Calipari, vicepresidente della Commissione Difesa della Camera.

Le parole di Vendola «Agghiacciati da ascolto di parole insensate di spirito di guerra provenienti da alcuni ministeri su Libia. Ora Renzi cerca di mettere ordine»: queste le parole scritte su twitter Nichi Vendola che oggi riunisce la direzione nazionale di Sel.

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«Il terrorismo internazionale – ha scritto ancora- merita una risposta seria e una strategia, non avventure militari pasticciate e rischiose». «Contro Isis -avverte il leader di Sel- mettere in campo strategia vera, si ragioni con serietà. Onu e diplomazia internazionale si muovano rapidamente», ha concluso Vendola.

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