La Cgil ha un piano d’azione contro il Jobs Act di Renzi e Susanna Camusso non ha nessuna intenzione alzare bandiera bianca: «Questa partita è solo agli inizi. Continueremo a lottare, a mobilitarci, a scioperare anche contro le aziende perché non può esserci uno che incassa e l’altro che subisce soltanto. Useremo la contrattazione e i ricorsi giudiziari in Italia e in Europa. Utilizzeremo tutti gli strumenti a nostra disposizione per ribaltare un’idea recessiva del lavoro».
La ‘dichiarazione di guerra’ del segretario generale della Cgil arriva sulle pagine di Repubblica, alla domanda su un nuovo sciopero generale si è limitata a rispondere con un «vedremo e valuteremo».Secondo la leader della Cgil, «il presupposto a queste norme è che i lavoratori abbiano sempre torto e le imprese sempre ragione. Gli industriali italiani non investono più, non innovano, a parte coloro che puntano tutto sull’export. E infatti dalle crisi si esce spesso con progetti di imprenditori stranieri. Da noi mancano gli imprenditori capaci di rischiare in proprio, eppure il governo ha delegato a loro le scelte sul futuro dello sviluppo».
Per Camusso, nella scelta del Governo c’è «l’incapacità di interpretare le ragioni profonde della crisi strutturale italiana. Che non è figlia del mercato del lavoro bensì di un tasso di investimenti in innovazione, ricerca e sviluppo, che è letteralmente crollato. Lo diciamo da anni e da anni chiediamo un credito d’imposta per questo tipo di investimenti. È vero che qualcosa è stato fatto , ma decisamente troppo poco».
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