«Se sulle risposte di Napolitano ai giudici non sussistono dubbi, saranno state del tenore: ‘Non c’ero, se c’ero non mi sono accorto di nulla e alla mia età mi appisolo di frequentè, sono invece più interessanti le domande che possono avergli posto i giudici. Rispondi al sondaggio e dì la tua». Ennesima provocazione lanciata da Beppe Grillo dalle pagine del suo blog, all’indomani della testimonianza resa dal Capo dello Stato nell’ambito del processo sulla presunta trattativa tra Stato e mafia.
Il comico genovese ha invitato i lettori a scegliere quali possano essere state le domande che i giudici hanno posto al Presidente della Repubblica, con la possibilità di segnare fino a 5 risposte. Tra la lista di possibili quesiti si spazia dal perché Napolitano non abbia voluto indagare sugli «indicibili accordi» di cui parlava Loris D’Ambrosio, fino al motivo per il quale abbia voluto la distruzione delle telefonate con Nicola Mancino. E poi se abbia mai incontrato Totò Riina o Bernardo Provenzano, se abbia avuto informazioni sulla presunta trattativa tra Stato e Mafia prima dell’uccisione di Paolo Borsellino.
Ha scritto Beppe Grillo come introduzione al referendum: «Un Presidente della Repubblica che fa distruggere i nastri delle conversazioni con un indagato in un processo di mafia, Nicola Mancino, e poi si rifiuta di rispondere pubblicamente (e cosa c’è di più pubblico del Presidente della Repubblica?) ai giudici non si è mai visto. Cosa teme Napolitano? Più di così non potrebbe essere squalificato agli occhi dell’opinione pubblica. La sua reazione è già di per sé un’ammissione di colpevolezza. Forse la sua rielezione è servita proprio a questo, a metterlo in una situazione di massima sicurezza. Lo sapremo in futuro, questo è certo, troppi sono stati coinvolti nella trattativa Stato-Mafia perché non venga alla luce la verità. qualunque essa sia».
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