De Magistris parla come Berlusconi
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De Magistris parla come Berlusconi

Dopo le parole del Sindaco di Napoli sulla sentenza piovono critiche anche da Sinistra. Casson: rispetti la legge Severino.

Luigi De Magistris
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27 Settembre 2014 - 10.28


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Dopo la condanna di De Magistris, in primo grado per abuso d’ufficio a 15 mesi di reclusione (pena sospesa), aveva detto: “Mi chiedono di dimettermi per questa condanna, ma guardandosi allo specchio e provando vergogna devono dimettersi quei giudici”. Queste parole, come si poteva immaginare, hanno scatenato una scia di polemiche.

Macaluso: si considera un giustiziere: «De Magistris fa parte di una quota di magistrati che ha questa concezione che io chiamerei quasi proprietaria della giustizia. Non è un caso che Ingroia, il quale ha avviato l’inchiesta palermitana sulla cosiddetta trattativa, poi abbia fatto un piccolo partito. Si considerano giustizieri. De Magistris intercettò Prodi e altri parlamentari senza chiedere l’autorizzazione prescritta dalla legge. Ma la cosa più clamorosa è che adesso, nei confronti della sentenza che lo riguarda, suona la stessa musica che abbiamo sentito tante volte da Berlusconi».

A dirlo Emanuele Macaluso, storico parlamentare del Pci. Tra la vicenda del sindaco di Napoli e quella del capo dello Stato Giorgio Napolitano, chiamato a testimoniare sulla trattativa Stato-mafia, «c’è un punto in comune e sta nel fatto che ci sono alcuni magistrati – osserva Macaluso – i quali ritengono che la legge vale per gli altri mentre loro sono superiori a tutto e a tutti. E hanno l’ultima parola su qualsiasi cosa: sul Parlamento, ed è il caso delle passate inchieste di de Magistris, e perfino sulla presidenza della Repubblica, ed è il caso dei magistrati della cosiddetta trattativa Stato-mafia», osserva Macaluso.

Bassolino: come politico è finito «Napoli è allo sbando e lui litiga con tutto il mondo. Sta reagendo male mentre questo è il momento in cui dovrebbe tenere i nervi sotto controllo. Posso comprendere che lui non si aspettasse questa sentenza, ma è nei momenti difficili che bisogna tenere i nervi a posto. La giustizia va rispettata». Lo sottolinea l’ex sindaco di Napoli e governatore campano Antonio Bassolino, intervistato dalla Stampa, che avverte: «L’esperienza politica di de Magistris è finita».

Vendola: mi ha deluso «Sono rimasto molto deluso dalle parole di de Magistris. Mi rendo conto che questa per lui sia una pagina di grande turbamento, però ritengo gravi le sue parole, perché lui così prospetta il diritto di immaginare che ci sia una sorta di Cassazione virtuale che di volta in volta stabilisce le sentenze buone e quelle cattive. Nessuno può dire che si tratta di una sentenza politica: mica questo ragionamento vale solo per Berlusconi! Ci si difende secondo le regole».

«Non si può dichiarare per via politica la nullità delle sentenze», ammonisce il leader di Sel che aggiunge: «Quella norma della legge Severino è inguardabile, perché ritengo sia incostituzionale prevedere la sospensione dopo una condanna di primo grado. È un segno di cedimento del legislatore alla pressione giustizialista. Però la norma è chiara e non si può pensare ad applicazioni arbitrarie: per 18 mesi de Magistris andrà sospeso dalla funzione di sindaco».

Casson: rispetti le norme: «Dal punto di vista giuridico tutti devono rispettare le norme. La vicenda è semplicissima: la legge Severino si applica, ed è stata ripetutamente applicata, a tutti i condannati – anche solo in primo grado – per violazione dell’ articolo 323, abuso d’ufficio». Così Felice Casson, ex magistrato e ora senatore del Pd.

«La legge Severino non commina una sanzione penale e quindi non è sottoposta alla questione della retroattività, come hanno stabilito ripetuti interventi di Corte Costituzionale, Consiglio di Stato e Cassazione», rileva Casson. «La norma intende tutelare l’onorabilità delle persone elettè. Sulla volontà di Luigi de Magistris di continuare a fare il sindaco di Napoli, »de Magistris può agire politicamente nel modo secondo lui più opportuno«, osserva Casson. »Allo stesso modo anche anticipare le dimissioni, senza aspettare che sia il prefetto di Napoli a sospenderlo, rientrerebbe nelle valutazioni di carattere politico«.

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