Riforme: prove di intesa tra Pd e M5s
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Riforme: prove di intesa tra Pd e M5s

Incontro positivo quello avvenuto oggi sulla legge elettorale tra il Partito Democratico ed il Movimento 5 stelle.

Riforme: prove di intesa tra Pd e M5s
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25 Giugno 2014 - 16.05


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Alla fine è stato Luigi Di Maio a dare il via al vertice tra il M5S ed il Pd sulla legge elettorale al quale a sorpresa prende parte anche il premier Matteo Renzi. Il vicepresidente della Camera, ha ceduto la parola al deputato pentastellato Danilo Toninelli che sta illustrando la proposta di legge dei 5S che ha definito “Democratellum”. Al vertice per il M5S sono presenti anche i capigruppo Maurizio Buccarella e Giuseppe Brescia. Per il Pd Alessandra Moretti, Debora Serracchiani e Roberto Speranza.

“Siamo molto felici di poter ragionare e confrontarci insieme: se c’è un modo di trovare un punto d’incontro sulla legge elettorale ne siamo felici, perché le regole si scrivono insieme e lo diciamo fin dal primo momento”, ha detto Renzi alla delegazione del M5S.

“Il 14 dicembre abbiamo lanciato la proposta” di estendere la discussione sulla legge elettorale a tutti i partiti “con un hashtag. La reazione di allora fu un altro hashtag che non vi dico perché in questo orario non si può. Il nome con cui Grillo liquidò l’hashtag non lo dico”, ha detto ancora Renzi nel corso dell’incontro su legge elettorale e riforme. “Il Democratellum”, la legge elettorale proposta dal Movimento 5 Stelle “è secondo noi molto interessante sotto tanti aspetti ma gravemente deficitario sotto il profilo della governabilità”: così il premier al M5S: “La sera delle elezioni si deve sapere chi ha vinto ed eventualmente siamo pronti a introdurre il ballottaggio”.

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“Sulla vostra norma” delle preferenze negative “abbiamo dei dubbi. Il primo è la cancellazione di un nome che è un sistema che esiste solo in Svizzera. Ricorda più la nomination del Grande Fratello”, ha detto Renzi. “Avrebbe quel significato – aggiunge – che Toninelli cercava di illustrare. Ma a nostro giudizio pone dei problemi in più perché corre il rischio di far individuare il voto in alcune zone del Paese”. “Siete disponibili a introdurre nella legge elettorale un elemento di ballottaggio che consenta di stabilire chi ha vinto al primo o secondo turno?”, ha chiesto Renzi alla delegazione M5S: “E’ un elemento da mettere sul tappeto” per garantire governabilità.

“Mai più inciuci e mai più larghe intese: per rispetto dei cittadini. Sembra strano che lo diciamo noi, in un contesto di larghe intese, anche se poi si sono rimpicciolite…”: così Renzi al M5S, nell’auspicare un accordo su una legge elettorale che preveda che “le coalizioni si decidono prima e non dopo” il voto.

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“Visto che siamo nella immediata scadenza delle riforme costituzionali al Senato, ha domandato il premier al M5s – siete anche disponibili a ragionare di riforme e riforme costituzionali?”

“L’obiettivo principale – ha detto Luigi Di Maio – è non avere tempi all’infinito. Siccome pensiamo che la nostra sia una logica di legge molto valida, pensiamo che si debba fare anche in poco tempo. Siamo contenti della vostre osservazioni. La legge elettorale che portiamo qui è solo un punto di partenza per superare determinate criticità. In che tempi? Noi pensiamo che possa essere pronta in cento giorno ed esser approvata”, ha concluso Di Maio.

“Come metodo di lavoro vorrei che noi adesso, acquisite le vostre osservazioni, tra tre o quattro giorni al massimo ci rincontriamo e valutiamo i punti di caduta sui quali poter discutere una legge elettorale insieme”. E’ la proposta di Luigi Di Maio al segretario del Pd Matteo Renzi.

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