Il blog di Grillo lancia l'allarme brogli
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Il blog di Grillo lancia l'allarme brogli

Riparte il complotto. "Forti sospetti, avviare una verifica nei seggi rossi". Questo il commento dal blog del comico genovese.

Il blog di Grillo lancia l'allarme brogli
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2 Giugno 2014 - 12.14


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Brogli alle elezioni europee a vantaggio del Pd. L’accusa è del blog di Beppe Grillo che pubblica un post “Broglio sì, broglio no: la terra dei cachi” con il quale esprime “sospetti” sul voto del 25 maggio scorso. Così nel suo blog, vengono spiegate i presunti brogli alle elezioni del 25 maggio scorso.


“Per chi non ne abbia mai sentito parlare, il “divide et impera” è una strategia di controllo politico applicabile praticamente a qualsiasi contesto sociale. Il Sistema si è sempre adoperato affinché le naturali diversità esistenti in società (orientamento politico, razza, etnia, religione, genere sessuale, età, status, mansioni lavorative, ecc.) fossero comunemente percepite sotto forma di fazioni in eterno conflitto nella grande battaglia per un posto al sole.

Con l’ausilio dei moderni mass media, oggi il “divide et impera” viene realizzato in modo assai efficace e mirato, in numerose modalità, sia dirette che indirette. Tra quelle indirette vi è un metodo di cui poco si parla, ma che riflettendoci potrebbe essere tra le principali cause di divisione tra cittadini. Si tratta del broglio elettorale. Oltre a perseguire il suo obiettivo principale, quello cioè di manipolare l’esito elettorale nella direzione più utile agli interessi perseguiti dalle consorterie al potere, il broglio elettorale alimenta la reciproca sfiducia tra i cittadini, e infonde grande rabbia, in quanto ogni elettore è portato ad attribuire l’esito irragionevole espresso dalle urne non già ad una frode attuata dal potere in spregio di ogni norma etica e democratica, bensì alla sprovvedutezza o alla disonestà degli altri elettori.

Situazione che ricorda quei racconti gialli in cui tutti i personaggi si sospettano reciprocamente, ma alla fine si scopre che il colpevole è qualcuno di esterno alla cerchia. Perciò, la prossima volta che una consultazione elettorale o referendaria restituisca un esito sconcertante, del tutto difforme da qualsiasi razionale previsione e sondaggio pre-elettorale, prima di infervorarci contro “quella massa di pecore ignoranti e/o vendute che si lasciano abbindolare o comprare dai politici”, sarà meglio riflettere sul tipo di sistema in cui viviamo e magari ritornare con la mente a questo post.

Cenni storici

La moderna espressione italiana ’broglio’ deriva da un analogo termine veneziano. Nell’antica Serenissima era infatti consuetudine per i membri della nobiltà impoverita riunirsi in uno spazio antistante il Palazzo Ducale di Venezia per far commercio dei propri voti in seno al Maggior Consiglio che reggeva la città e nel quale sedevano per diritto ereditario. Tale spazio era allora noto col nome di Brolio dal latino Brolus, cioè ‘orto’, retaggio del fatto che la terra su cui tuttora sorge piazza San Marco era in antico proprietà agricola del vicino monastero di San Zaccaria.
L’accusa di brogli elettorali in Italia è antica. Durante il Risorgimento le annessioni dei regni preunitari al Regno d’Italia vennero ratificate mediante plebisciti. Tali consultazioni a suffragio censitario si svolsero senza tutela della segretezza del voto e talvolta in un clima di intimidazione. I “no” all’annessione furono in numero irrisorio e statisticamente improbabile. Il procedimento dei plebisciti durante il Risorgimento fu criticato da diverse personalità politiche ed il giornale Times sostenne che fu «la più feroce beffa mai perpetrata ai danni del suffragio popolare». Tale evento fu anche trattato nel celebre romanzo Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Perfino in occasione del referendum del 1946 per scegliere tra Monarchia e Repubblicai sostenitori della monarchia attribuirono la sconfitta a brogli elettorali.

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“Per guardare a tempi relativamente recenti giova ricordare che il fascismo s’impose a partire dalla rilevazione di un misto di brogli e coercizione rilevata e denunciata da un deputato socialista, on. Giacomo Matteotti, poi assassinato su mandato dello stesso Mussolini a Roma il 10 giugno del 1924. (…)”
“Ultimamente abbiamo avuto il caso delle elezioni del 2006 denunciato in Diario da Deaglio (…)”
Tra gli innumerevoli casi di accuse di brogli elettorali avvenuti all’estero, ne citiamo uno per tutti, quello che investì le elezioni presidenziali americane del 2000 nello stato della Florida, che capovolse ogni previsione e assegnò la vittoria a George Bush Jr.


I sospetti oggi
dal sito La Rete Non Perdona

“Con la chiusura degli spogli (europee 2014 – n.d.A.) e la percentuale fantomatica del 41% al PD il sospetto di brogli è ragionevole.
In una giornata come quella di ieri dove l’affluenza alle urne è stata circa del 60% e tenendo conto che gli elettori 5 Stelle per loro peculiarità vanno a votare, la perdita di 3 milioni di elettori è statisticamente molto improbabile. Ovviamente stiamo trattando dati statistici e applicando la logica, senza avere riscontri dimostrabili. Un altro fattore di dubbio nasce se analizziamo il comportamento elettorale dei cittadini in altre elezioni e lo confrontiamo con l’operato dei 5 Stelle che come noto fanno della coerenza il loro tratto distintivo. Ebbene se osserviamo qual’è il fattore fondamentale che in passato ha determinato la tenuta o meno in termini di bacino elettorale per i partiti, scopriamo che la coerenza di metodo premia i movimenti, viceversa l’incoerenza o gli scandali (vedi Lega) puniscono i partiti con la perdita di consenso.

Lo stesso entourage del PD ha ammesso l’inaspettato ed iperbolico risultato ottenuto, che mai si sarebbero immaginati.
Se osserviamo il quadro politico europeo notiamo che va delineandosi una netta deriva anti-europea; i popoli europei dicono a chiare lettere che questa Europa non piace affidando il proprio voto a partiti anti-europei o di estrema destra (vedi Le Pen).

La sinistra europea secondo gli ultimi risultati è stata quasi azzerata in queste elezioni. In controcorrente rispetto al quadro politico europeo ci sarebbe invece l’Italia, mosca bianca che secondo quanto risulta al voto darebbe un 41% al PD guidato da uno yes-man ai piedi della Merkel e dell’Europa. Francamente si deve compiere uno stupro alla logica per credere a questo.

Come cittadini però non ci bastano le spiegazioni degli “opinionisti in studio” e della stampa Italiana, secondo cui Grillo e il Movimento 5 Stelle avrebbero perso 3 milioni di voti per questa o quell’altra motivazione più o meno credibile. Conosciamo bene questi ‘giornalai’ colpevoli di averci portato al 70° posto in Europa come libertà di informazione. Esortiamo i deputati 5 Stelle a farsi forza più di prima e chiedere di avviare una verifica del voto, soprattutto in quei seggi ‘rossi’ dove già in passato si sono verificati brogli.
Un commento in coda all’articolo appena citato, informa di quanto segue:
Ecco gli Exit Poll italiani ufficiali diffusi in Gran Bretagna negli ambienti della finanza (e facilmente reperibili in rete), ma ancora vietati in Italia. I dati delle ore 20 sembravano confermare il sorpasso del Movimento 5 Stelle nei confronti del PD.

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Nel dettaglio:
– M5S: 29,9%
– PD: 28,8%
– Forza Italia: 17,2%
– Lega Nord: 5,1%
– NCD: 5,0%
– L’altra Europa con Tsipras: 3,8%
– Fratelli d’Italia: 3,5%
– Scelta Europea: 2,1%
– Italia dei Valori: 1,2%
– Verdi: 1%
Altri partiti sotto l’1%

Così alle ore 20 le previsioni si sono rivelate attendibili per tutti i partiti tranne M5S e PD. Cosa è successo?!

Rimedi?
dal sito E-Iglesias

“Costruire un sistema anti-broglio elettorale significa intervenire con vincoli fisici, logici e organizzativi sul processo di voto e spoglio elettorale, attuando delle strategie basate sull’uso delle tecnologie per monitorare e verificare le procedure in atto. Costruire un sistema anti-broglio significa vigilare in modo chiaro e controllabile sulle relazioni amicali e parentali degli scrutatori e presidenti dei seggio e permettere un controllo popolare quanto più esteso possibile tramite l’uso della tecnologia.
Due principi guidano questa riflessione: il primo evidenzia come una determinata azione fisicamente possibile verrà attuata certamente benché illegale (verrà attuata da qualcuno sicuramente una volta dimostrato che sia realizzabile, ossia dopo un primo tentativo riuscito), lo chiameremo “principio di replicabilità di un’azione possibile”; l’altro è il “principio della trasparenza” che garantisce la migliore gestione della incertezza informativa laddove le informazioni siano nelle mani di tutti piuttosto che di pochi o dichiaratamente di nessuno (entrando in conflitto col primo principio in quanto se le informazioni esistono qualcuno le avrà di sicuro procurate tramite un’azione possibile).

Senza un meccanismo di elezione anti-broglio le elezioni non hanno più senso, la sola possibilità di broglio fa perdere di significato ogni manovra pre-elettorale, qualunque comizio dai buoni propositi, allontana la popolazione dal voto (contrariamente a quanto si creda parte dell’astensionismo deriva anche da questa percezione di esproprio e di truffa in atto) e si prepara un futuro di conflitti e scontro frontale.
Vediamo quali sono, alcuni e non tutti, i pericoli concreti per la realizzazione di un broglio elettorale. Creiamo una lista di elementi che dovrebbero essere controllati adeguatamente per evitare il rischio di alcune tipologie di broglio.

Parentele e prossimità tra scrutatori e tra chi li ha selezionati possono essere un indicatore, per quanto debole, utile per evidenziare una possibile convergenza di interessi. Nei seggi nei quali è stato rilevato un broglio può essere utile per evidenziare la stessa contiguità, che non prova nulla ma rappresenta un possibile indicatore di maggiore o minore possibilità di un’azione congiunta. Esistono dei software che permettono di rilevare visivamente le relazioni parentali o amicali tra persone ed evidenziarne le connessioni in rete, analizzando le reti sociali reali tra i vari componenti. L’uso di questi software è diffuso tra i servizi di polizia internazionale per cercare rapporti e complicità tra individui sospettati di reati, dalle aziende private per individuare potenziali classi di clienti sensibili ad un brand o ad un prodotto, ad esempio, tramite i dati raccolti dai social network e dai motori di ricerca, ma potrebbe essere utilizzato dall’amministrazione pubblica per evidenziare relazioni anagrafiche di parentela ad esempio nelle università, nella sanità e nella pubblica amministrazione in genere. Tali relazioni non violano la privacy e al tempo stesso garantiscono un indiscusso metodo di prevenzione con la massima diffusione delle informazioni rilevate (trasparenza).
Avete mai notato che nei paesi dell’Unione Europea le urne per la raccolta dei voti sono differenti? In alcuni paesi sono trasparenti (si vede il contenuto) in altre opache (non si vede il contenuto), in alcuni casi chiuse ermeticamente (lucchetto/codice di sicurezza) in altri casi completamente libere di essere aperte in qualsiasi momento. Perché tutte queste differenze? È possibile definire uno standard di sicurezza che impedisca una facile sostituzione delle schede durante o dopo il voto?

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È possibile studiare sistemi che garantiscano che la scheda consegnata all’elettore sia la stessa che viene restituita nel voto?
È possibile progettare delle postazioni ergonomiche per il voto che garantiscano la riservatezza del voto e contemporaneamente rendano controllabili a vista le postazioni dei votanti in modo da ridurre la possibilità di sostituzione di schede pre-compilate?

È possibile progettare dei sistemi di rilevazione video delle sessioni di voto (a basso costo) da rendere disponibili in tempo reale a chiunque volesse monitorarne il corretto svolgimento o prenderne visione a posteriori?
È possibile progettare un sistema di registrazione (in copia elettronica) di ogni scheda scrutinata e catalogata in modo che in tempo reale (in fase di scrutinio) e a posteriori (copiandole su una memoria di massa), qualunque cittadino possa essere in grado di verificare il risultato del voto?
Chiaramente abbiamo provato a suggerire, solo per esemplificare e non certo per dare una soluzione, alcuni accorgimenti che possano essere utili alla creazione di un sistema anti-broglio. Siamo certi che se vi fosse una reale volontà di ridurre gli effetti del problema molte aziende proporrebbero soluzioni in grado di ridurre drasticamente alcune tipologie di broglio elettorale, soprattutto nei casi di voto di scambio e nel broglio dovuto a combriccole di seggio e di scrutinio. E altresì chiaro che ciò non risolve il problema, ma se non altro aumenta la fiducia di chi vota, anche di chi ha piena consapevolezza che se c’è una volontà politica occulta il broglio può comunque essere attuato!

Spoglio e Voto elettronici.

Lo spoglio e il voto elettronico sono invece un temibile inganno (vedere il caso USA descritto nel documentario Uccidete la Democrazia di Enrico Deaglio) ed ogni associazione di cittadini dovrebbe vigilare perché non venga attuato. Ogni sistema che interpone delle complicazioni non trasparenti nella fase di voto così come in quella di spoglio è sempre manipolabile e non facilmente controllabile. In pratica favorisce il broglio e contemporaneamente ostacola i meccanismi di controllo. Viceversa il sistema manuale, più laborioso, complica il meccanismo di broglio perché riguarda dati fisici (la scheda è materiale e non immateriale come nel voto elettronico) che per essere contraffatti devono essere spostati e modificati fisicamente. Un dato fisico può essere controllato da chiunque sia intenzionato seriamente ad attuare un controllo; un dato logico può essere controllato da pochissimi esperti e molto spesso neanche da loro se chi fa la contraffazione ha dei vantaggi logistici.”

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