Grillo in Rai: processi online ai politici

Impossibile resistere al fascino di Bruno Vespa. Così anche Beppe Grillo si è arreso a Porta a Porta. Il ritorno in Rai, le accuse all'ebetino, la marcia trionfale.

Grillo in Rai: processi online ai politici
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20 Maggio 2014 - 00.13


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“Il voto del 25 maggio è un voto politico: o noi o loro. Da resettare, bisogna mandarli a casa tutti, ma solo dopo aver verificato prima se hanno rubato”. E’ questo il pensiero del leader del M5s; opinione in netto contrasto con l’idea espressa da Matteo Renzi: “Io non considero le europee un voto politico. Io considero un risultato positivo quello che mi consente di andare in Europa e dire l’Italia è tornata”.

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Beppe Grillo torna dopo 21 anni negli studi della Rai a Porta a Porta.
“Ma non c’è una mia foto normale?” Chiede nell’anteprima del programma, commentando l’immagine con lo sguardo accigliato sul grande schermo nella scenografia dove c’è scritto “Adesso parlo io”.

Beppe Grillo comincia da Renzi: “L’Ebetino è già finito […] Noi siamo già adesso la prima forza politica del paese – ha aggiunto – la nostra rabbia è un bel sogno che ha unito 10 milioni di persone, non siamo andate nelle piazze a sfasciare le vetrine”. La scommessa sul futuro: “Noi vinceremo e la nostra sarà una marcia trionfale […] La mia rabbia è una rabbia buona: questo non è un partito, è un sogno, è un piano B”.

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“Noi vogliamo andare ad elezioni anticipate, non facciamo alleanze, devono andare tutti a casa”, promette il leader del M5s e sugli 80 euro “sarebbe stata più decorosa la scarpa destra data prima del voto da Achille Lauro. Significa che ti faccio una campagna per le elezioni, ma poi vedi le coperture”.

“Tu non sei un giornalista, sei un consulente in pensione, sei un pacchetto, tu proponi un pacchetto alla Rai”, dice a Bruno Vespa. “Sono venuto a dimostrarvi che non sono Hitler né Stalin”, spiega così la partecipazione al programma, mentre sul presidente della Repubblica: “Vinciamo le Europee e andiamo davanti al Quirinale: diremo che Napolitano non rappresenta più questa Repubblica” e auspica: “un processo dei mezzi di comunicazione, della politica e dell’imprenditoria”.

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