Renzi parla a Firenze, in occasione del gran galà per l’opening del nuovo teatro del Maggio Musicale Fiorentino, ma le sue parole sono un diretto riferimento all’Expo di Milano, travolta da un’inchiesta giudiziaria.
Anche sulla realizzazione del teatro del Maggio si abbatté la scure della magistratura. ”Non voglio fare paragoni con quello che sta accadendo in queste ore – ha sottolineato Renzi – però vorrei che questo teatro desse una spinta a tutti noi: quando ci sono grandi opere, grandi interventi, grandi iniziative se ci sono delle vicende che non vanno bene, se ci sono problemi con la giustizia si devono fermare i responsabili non le grandi opere”.
“A nome del governo – ha esordito il premier dopo essere salito sul palco insieme al commissario del teatro Francesco Bianchi – vorrei ricordare quello che è accaduto in questi anni per dare un messaggio di speranza. Era un giorno di febbraio 2010 quando il percorso di costruzione di questo teatro sembrava improvvisamente bloccato, era stato voluto dal Governo guidato da Romano Prodi e l’allora ministro per la Cultura scelse di investire su alcuni luoghi per l’Unità d’Italia. Però nel febbraio 2010 tutto sembrava bloccato, un’indagine, un’ inchiesta, degli arresti. Allora il Comune di Firenze decise di sostituire i dirigenti statali che erano stati arrestati e di andare avanti lo stesso. E oggi siamo qui”.
Nella giornata di martedì Matteo Renzi dovrebbe effettuare una visita all’Expo per fare il punto sui lavori. Il primo obiettivo è quello di istituire una task force, stavolta non di tecnici, in grado di supervisionare la trasparenza su tutti i prossimi passaggi.
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