Gli ultimi espulsi dal M5S erano «imputati di un comportamento continuativo contro il movimento, facendo dichiarazioni ai giornali ogni volta che c’era una qualunque attività fatta dal movimento. E questo per sette, otto mesi consecutivi. Se tu prendi un impegno con me e non lo rispetti, io non ti voglio più vedere. Finito. Non è un discorso politico. In quello noi abbiamo delle regole: se all’interno dei gruppi ci sono posizioni diverse, si decide a maggioranza e quella decisa è la posizione del gruppo. Ma se mentre il gruppo sta discutendo, chi è in minoranza esce e dichiara ai giornali: qui non c’è democrazia e io voto come mi pare, allora così non va».
Lo afferma Gianroberto Casaleggio in un’intervista al Fatto Quotidiano. «Noi vogliamo il vincolo di mandato. E ora metteremo sanzioni anche economiche. Chi è eletto dentro il movimento deve rispondere all’elettore», ribadisce Casaleggio. «Il passaggio alla democrazia diretta è culturale e richiede un’adesione, ma la nostra posizione è molto semplice: se uno entra nel movimento sottoscrive dei patti, e li deve mantenere. Nessuno, dopo essere stato eletto, può pensare di entrare dentro un recinto privilegiato, dentro un’area protetta». Parlando del sindaco di Parma Pizzarotti, «se io prendo l’impegno di chiudere un inceneritore, o lo chiudo o vado a casa». Sulla possibilità che Renzi attiri i voti degli elettori M5S, «noi abbiamo dimostrato di essere coerenti. Uno può magari non essere d’accordo con le nostre posizioni, ma quello che abbiamo detto è quello che abbiamo fatto, a partire dalla rinuncia ai 42 milioni di euro di finanziamento pubblico. Dunque non abbiamo alcuna paura di Renzi», dichiara Casaleggio. «Semmai dovrebbe averne paura Berlusconi, visto che Renzi è un suo clone. Può darsi che prenda molti voti che erano di Berlusconi».
In merito alla moneta unica, «noi non abbiamo impostato la campagna elettorale sull’uscita dall’euro, ma per rimanere dentro l’Europa – e intendiamo l’Europa economica, perchè quella politica è scomparsa – noi pretendiamo di avere delle garanzie e di poter far sentire la nostra voce come Stato italiano», spiega Casaleggio. «Noi vogliamo uscire solo se non avremo garanzie e la nostra voce non sarà ascoltata. Ma non diciamo: l’euro è sbagliato. Diciamo: l’applicazione del sistema euro non sempre è gestibile»
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