Nel comizio a pagamento Grillo si nomina precursore del Papa

Tappa milanese per lo spettacolo del comico. Torna ad attaccare il premier Matteo Renzi, l'ebetino. Ha detto che M5s è la forza che fa da cuscinetto contro il fascismo.

Nel comizio a pagamento Grillo si nomina precursore del Papa
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8 Aprile 2014 - 10.49


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Nuova raffica di attaccchi contro tutti. Beppe Grillo non si è risparmiato neanche questa volta. Ieri sera, al Ciack di Milano per il suo “Te la do io l’Europa” tour, come un fiume in piena ha accontentato il suo pubblico di fan con critiche al governo Renzi, “il solito ebetino”, a Napolitano e anche al Papa. Francesco, infatti, è stato il primo bersaglio del comico: “La nostra rabbia è evangelica. Il nostro movimento è nato il 4 ottobre, il giorno di San Francesco. Bergoglio da noi ha copiato tutto“.

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Sicuramente è Matteo Renzi l’obiettivo principale del suo spettacolo-comizio. Grillo ha detto: “Noi facciamo andare avanti questo ebetino che è di una cattiveria incredibile. Bisogna essere cattivi per dire: ti do 80 euro a famiglia, ti do la pizza se mi dai il voto“.

E ancora: “Questo ebetino qua arriva e toglie tutte le tutele sul lavoro. Cose che i nostri padri e i nostri nonni sono morti per farcela avere. Il welfare è tutto e quando manca quello non riesco a parlare d’altro“. E per finire: “Renzi non ha abolito le Province, è una truffa semantica“.

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Prendendo spunto dalle elezioni ungheresi appena conclusesi con la nuova vittoria del premier ultraconservatore Viktor Orban, Grillo ha definito il suo Movimento quale “cuscinetto” che salva l’Italia dal fascismo. “Siamo 9 milioni di persone – ha detto Grillo – e non è successo nessun episodio di violenza mai. Siamo la loro assicurazione sulla vita. Se il fascismo in Italia non si è sviluppato, è perché facciamo da cuscinetto”. “La nostra rabbia è evengelica – ha aggiunto -. Il nostro movimento è nato il 4 ottobre, il giorno di San Francesco, Bergoglio da noi ha copiato tutto”.

E sulle prossime elezioni europee ha detto: “Pensate che se ci riprendessimo la lira con questi politici cambierebbero le cose?”. “La prima cosa – ha detto – è mandarli affanculo tutti”. Grillo ha quindi spiegato che l’Europa che vorrebbe non si dovrebbe chiamare unione ma “comunità”. “Il debito in comune – ha aggiunto – è quello che vogliamo”. E a chi ha criticato i candidati all’europee del M5s perché sconosciuti ha risposto indirettamente che sono “sconosciuti alle procure”. “Noi andiamo lì con gente con le contropalle – ha concluso – non con delle Zanicchi o Ombretta Colli. Qui si deve votare il Movimento perché ha un’idea”.

Ed ha aggiunto: “Io il vincolo di mandato lo voglio”. È anche per questo che “abbiamo detto che chi va al gruppo misto” eletto coi grillini, “deve cacciare 250 mila euro di penale”. Oltre a questo Grillo ha ricordato che per gli eletti del MoVimento 5 Stelle c’è il così detto recall, cioè la base che decide se hanno tradito e se devono andare a casa. “Io – ha concluso – conto come gli altri”.

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Dal palco milanese Grillo è tornato anche sulla vicenda dei “serenissimi”, spunto per un nuovo affondo nei confronti del Presidente della Repubblica: “Arrestano 20 strani individui in Veneto che fanno una strana cosa da combattimento. Non li avrei messi in galera, li avrei presi in giro un pochettino in tv. Ma se mentre arresti 20 veneti il presidente della Repubblica riceve un condannato in via definitiva al Quirinale, dov’é lo Stato?”.

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