“La mia generazione non ha più alibi”. Parola di Matteo Renzi che nel suo discorso davanti all’Aula della Camera dove tra poco si voterà la fiducia al suo governo. “Il momento che stiamo vivendo non può farci avvicinare mettendo davanti un alibi” ha detto, aggiungendo che il suo governo “non ha alibi” e se fallisce “la responsabilità sarà di chi ha deciso di guidare il governo”.
Ricordi – È iniziato con ricordi d’infanzia e con la dichiarazione del proprio stupore verso i luoghi delle istituzioni, il discorso di Renzi. Una lunga introduzione che si è poi spostata sull’attualità, con l’osservazione che se il resto del mondo corre a una velocità doppia del resto del mondo, l’Italia all’interno dell’Europa registra una difficoltà ancora maggiore. “Non negli ultimi anni, negli ultimi governi, ma un dato di fatto da 15 anni” ha detto Renzi, dicendo che questa è “l’unica chance per fare l’unica cosa che possiamo fare: cambiare il Paese”.
Europa – “Noi pensiamo” ha detto Renzi “che il semestre europeo sia un’opportunità e non una formalità”. Considerare l’Europa come un guaio significa, per il premier, “tradire la storia istituzionale di un Paese che ha fondato l’Europa”. Per questo “l’Europa che vogliamo deve essere un’Europa dove l’Italia darà un contributo fondamentale e non potrà farlo se arriva con gli stessi problemi di sempre” ha aggiunto, riconoscendo a Enrico Letta l’impegno del suo governo su
questo punto.
Scuola – Poi il segretario del Pd si è soffermato sui settori nei quali questo cambiamento deve avvenire: amministrazione, fisco, e soprattutto la scuola, la cui “stabilità è più importante della stabilità dei conti”, senza contare la necessità di ridare prestigio sociale al ruolo degli insegnanti. Inevitabile il riferimento all’emergenza occupazionale, a cui si risponde, ha detto, “con il coraggio di rivoluzionare il sistema economico e normativo del paese”.
Pubblica amministrazione Nella sua replica Renzi ha annunciato una “cura dimagrante per la pubblica amministrazione” e che il taglio del cuneo fiscale sarà di “10 miliardi”: la doppia cifra, ha precisato rispetto a quanto detto in Senato, “si riferiva alle risorse, non alla percentuale”. Lo sblocco totale dei debiti della pubblica amministrazione “deve costituire uno choc, come è accaduto in Spagna” ha aggiunto. “La garanzia per l’accesso al credito deve affrontare il credit crunch. La riduzione del costo sul lavoro di 10 miliardi è fondamentale per essere credibili. E se arriveranno contributi dalle opposizioni vi saremo grati” ha sottolineato Renzi.
Marò – Spazio anche al tema dei diritti civili, su cui è necessario uno sforzo, perché se non lo compiamo “restiamo nel mondo magico in cui ognuno di noi pensa di avere le idee migliori”. E sui diritti dei marò, detenuti in India da due anni, ha detto che “il loro senso dell’onore richiede da parte del nostro governo un identico senso dell’onore che non mancherà nel tentativo di risolvere rapidamente la vicenda”.
Le conclusioni – “Fuori da qui c’è chi si aspetta da voi, anzi da noi, da noi tutti insieme, che la politica smetta di essere un fiume di parole vuoto e vano” ha detto Renzi terminando il suo discorso. In conclusione, la citazione dello scrittore inglese Chesterton: “Il mondo non finirà per la mancanza di meraviglie, ma per la mancanza di meraviglia.” E il finale: “la pagina più bella questo Paese non l’ha ancora vista”.
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