Il vertice di maggioranza finisce senza accordo
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Il vertice di maggioranza finisce senza accordo

L'ipotesi di un Alfano fuori dal futuro governo complica i rapporti all'interno della nuova maggioranza. Renzi: entro poche ore chiudiamo tutto.

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20 Febbraio 2014 - 17.53


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“Poche ore e chiudiamo tutto”. Parola di Matteo Renzi al termine di questa prima, e difficile, giornata di lavoro con le forze della maggioranza. In ballo la messa nero su bianco del programma e soprattutto la lista dei ministri del futuro governo da presentare, probabilmente lunedì secondo l’auspicio dello stesso Renzi, davanti alle Camere. Un iter, reso noto al termine delle consultazioni, che rischia di incontrare molti ostacoli sul suo percorso. A partire dal rapporto con il Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano.

Ncd comincia con i veti – Le criticità ci sono ed è normale, ha detto Gaetano Quagliariello al termine dell’incontro che oggi ha visto riuniti i nove partiti che dovrebbero garantire la maggioranza all’esecutivo Renzi, “bisogna vedere se si risolvono”. Ma parlare di criticità è dir poco, visto che è stata proprio Ncd a mettere il veto sulla firma del programma in relazione alla durata della legislatura.

Un rapporto in salita – Il rapporto con Ncd parte in salita, complicato
dall’innegabile sintonia del segretario Pd con Silvio Berlusconi e dalla paura dello stesso Renzi di dare vita a un Letta-bis. E per dare l’idea di un governo nuovo di zecca, potrebbe essere proprio la testa di Angelino Alfano a dover saltare. Ipotesi contro cui il Nuovo CentroDestra ha già alzato le barricate. “Se questi sono i desiderata di Renzi non se ne fa nulla” hanno detto fonti di Ncd all’Agenzia Dire, “il Pd non può pensare di far pagare al leader di Ncd, le diatribe interne al partito democratico”. Anche perché lo stesso Alfano questa mattina aveva fatto sapere di avere un “foglio Excel pronto, con l’indicazione precisa delle nostre priorità, i tempi di realizzazione e il responsabile degli obiettivi”, su temi anche molto delicati come il ministero dell’Economia e la rifora della legge elettorale.

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Delrio: è andato benissimo – Soddisfatto invece il braccio destro di Matteo Renzi, Graziano Del Rio, uno dei papabili tra l’altro al ministero dell’Economia. L’incontro con i gruppi di Pd, Ncd, Sc, Pi, Udc, Psi, Cd e minoranze linguistiche di Sud Tirolo e Val D’Aosta, da lui stesso coordinato, è “andato benissimo”. Prima di entrare aveva detto che si stava lavorando per “trovare una sintesi con Ncd” e che il premier incaricato è “molto sereno”. Un obiettivo che, dopo il vertice di oggi, sembra però piuttosto lontano. Una riunione proficua, anche per i vertici di Scelta Civica.

Il totoministri – Sul dicastero più delicato, quello dell’Economia, i nomi continuano a rincorrersi e continueranno a farlo almeno fino a sabato. Tra i nomi che al momento restano in piedi Guido Tabellini, ex rettore della Bocconi, Pier Carlo Padoan, presidente dell’Istat, Franco Bernabè, ex presidente Telecom, e Graziano Delrio, vicinissimo a Renzi. La possibilità che a sedercisi sia Graziano Del Rio (candidato più che papabile come sottosegretario alla presidenza del Consiglio) non è esclusa e oggi un apprezzamento al riguardo sull’ex ministro è arrivata anche dal presidente di Confindustria, Squinzi. Per la Giustizia si fanno i nomi del presidente del Tribunale di Milano Livia Pomodoro, del pm Raffaele Cantone, Michele Vietti e di Andrea Orlando che passerebbe dall’Ambiente a via Arenula, e di Dario Franceschini.
Dopo i no di Romano Prodi, sempre per l’Economia, dello scrittore Alessandro Baricco per la Cultura, degli imprenditori Andrea Guerra e Oscar Farinetti per lo Sviluppo Economico e l’Agricoltura, i nomi continuano a rincorrersi. Tra voci di corridoio, ipotesi giornalistiche e tentativi di tenere il tutto nel più stretto riserbo. Almeno fino a sabato.

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Berlusconi: Renzi è un’opportunità – “Matteo Renzi non e’ certo un personaggio di scuola comunista. Rappresenta una nuova opportunità per il bipolarismo in Italia ed è una nuova opportunità per il dialogo sulle riforme, necessarie per modernizzare il Paese” parole di Silvio Berlusconi,pronunciate davanti ai gruppi parlamentari di Forza Italia. “Dobbiamo essere pronti e prepararci all’eventualità di andare a votare per le politiche” ha detto il Cavaliere, smentendo di aver detto che potrebbero tenersi tra un anno.

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