«Quando un giorno la mia innocenza sarà pienamente riconosciuta, grazie a quei giudici coscienziosi e privi di animosità politica che io spero sempre di trovare, gli italiani potranno comprendere appieno la vera e propria barbarie giudiziaria in cui l’Italia è precipitata». Queste le parole del leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, indagato con i suoi legali, Nicolò Ghedini e Piero Longo, a Milano nell’inchiesta cosiddetta[url” Ruby ter”]http://www.globalist.es/Detail_News_Display?ID=53713&typeb=0&Ruby-Ter-berlusconi-indagato-per-corruzione-in-atti-giudiziari[/url].
Silvio ha poi aggiunto: «Più il mio impegno è rivolto al bene del nostro Paese più incessante e odioso prosegue l’accanimento giudiziario nei miei confronti. Ancora una volta ribadisco che non per questo verrà meno il contributo che intendo offrire per dare all’Italia delle Istituzioni che consentano finalmente una vera governabilità».
L'”accanimento e la barbarie giudiziaria” hanno determinato una “degenerazione dei principali capisaldi del diritto che ha riservato a me e alle persone che mi stimano e mi vogliono bene un’umiliazione e soprattutto un dolore difficilmente immaginabili da parte di chi non vive l’incubo di accuse tanto ingiuste quanto infondate”, ha aggiunto.
Berlusconi aveva detto ieri: “Io sono qui e resto qui, sentendo su di me chiara e forte tutta la responsabilità che mi viene dalla fiducia e dal voto dei cittadini. Resto in campo, più convinto che mai di dover combattere fino alla fine per veder prevalere quello in cui credo profondamente”.
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