Renzi: legge elettorale in sette giorni
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Renzi: legge elettorale in sette giorni

Terza riunione dell'era Renzi per la segreteria del Partito Democratico. Si parla di coalizione, unioni civili, occupazione e legge elettorale.

Renzi: legge elettorale in sette giorni
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4 Gennaio 2014 - 16.47


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Dopo quasi cinque ore si è conclusa la riunione della segreteria del Partito Democratico, la terza con Matteo Renzi al comando. “La prossima settimana tiriamo su la rete e tentiamo di chiudere”. “Se l’unico problema di Alfano sulle nostre proposte sono le unioni civili ci va di lusso – ha detto Renzi – Trovo invece discutibile che si possa obiettare mettendo in mezzo la famiglia: che cosa hanno fatto i governi Alfano-Giovanardi per la famiglia? Hanno azzerato il fondo per la famiglia. Se la famiglia è una cosa seria bisogna essere coerenti”. Sui temi della famiglia “non mi farò scavalcare da Alfano e Giovanardi”, ha aggiunto Renzi. “Chi oggi pone il tema delle unioni civili non vuole affrontare il punto centrale: in una settimana vogliamo una risposta sulla legge elettole. Non vorrei si utilizzasse un’arma distrazione di massa”, ha spiegato Renzi.

“E’ stata una discussione a 360 gradi, abbiamo parlato di scuola, ambiente e infrastrutture ma il tema centrale è stata la legge elettorale”. “Il punto centrale è la legge elettorale – ha sottolineato il segretario pd – si sono fatti passi in avanti, più in questi tre giorni che negli ultimi tre anni”. “I dati sul calo della spread sono dati per cui ringraziare non solo i governi succeduti ma un italiano che ha lavorato nell’interesse dell’Europa: Mario Draghi, è suo il merito fondamentale”. “Nessuno sta mettendo in discussione l’esistenza del governo, anzi: mette in difficoltà il governo chi lo vuole far stare fermo. Lo aiuta chi lo sprona a risolvere i problemi italiani”. Renzi assicura che il suo piano non è una minaccia per il governo. Poi il leader pd replica a Beppe Grillo: “Se vale il principio che il Parlamento è abusivo i primi abusivi sono i suoi, allora rinunci ai propri parlamentare e alle loro indennità. Il tema è invece che urge la riforma elettorale proprio per evitare di ritrovarci con un Parlamento di questo tipo”.

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«Siamo un Paese che ha bisogno di risposte. Noi non vogliamo soltanto le unioni civili, ma un Paese civile». Debora Serracchiani, presidente del Friuli Venezia Giulia e membro della segreteria Pd spiega così la linea dei Dem in una pausa della riunione della segreteria in corso a Firenze.

«Sulla legge elettorale serve una riforma che dia governabilità e nuova credibilità all’Italia. Abbiamo fatto proposte chiare e ora sta agli altri dire se sono d’accordo o no. Noi siamo pronti alla trattativa fino in fondo» ha detto sempre la Serracchiani.

Ieri il vicepremier Alfano ha detto no su unioni civili e riforma della Bossi-Fini, nelle ‘richieste’ di Renzi in vista del Patto di Coalizione. Il centrodestra difende la posizione del leader Ncd, mentre dal Pd si sottolinea che i rapporti di forza sono cambiati e si fa capire che si è pronti ad andare avanti da soli. Pronta la replica di moderati e cattolici, che pongono paletti ed invitano il segretario Pd a non insistere o il governo rischia. Fiducioso invece è il premier, che intanto incassa il calo dello spread ed è convinto si troveranno soluzioni su tutti i temi in campo.

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