Se il Popolo delle Libertà è un partito di plastica, di quale materiale è fatto il Partito Democratico che seguiamo in queste ore? A leggere le cronache congressuali ci vengono in mente un paio di materie ancora meno nobili della plastica. Soprattutto dal Sud, e insistentemente dalla Sicilia, cronache di tesseramenti gonfiati e fasulli, di congressi azzerrati perché oscenamente viziati; racconti di infiltrazioni, continue e massicce, di gente che non ha niente a che fare con il Pd e che nel Pd fa irruzione, intruppata da politici locali orfani di precedenti, fallimentari esperienze.
Mail, lettere e proteste formali, con richiesta di commissariamento, arrivano da ogni parte e si riversano sul tavolo di Epifani e degli arcaici uffici dei commissari di garanzia. Per dirla in breve e fuori dai denti, un casino. Accade di tutto, qualcuno filma e mette in rete, si viene spesso alle mani, si scomodano mogli e madri, si promettono gendarmi e giudici. Se questo è il mattino, la notte sarà – come in Linus – “buia e tempestosa”.
Accade di tutto, e nella Sicilia dove il Pd ha pochi numeri e qualche scheletro che si pensava inumato ma che ritorna, e per giunta alla guida provinciale del partito, nell’ombelico dell’Isola, accade pure quel che è accaduto a Favara. Qui, segretario del Pd è riuscito a farlo un tale Carmelo Vitello che due anni addietro in Consiglio Comunale era entrato con “Futuro e Libertà”. Ora, sentendosi senza futuro, ha raccolto le truppe ed ha fatto irruzione nel Pd. E ha avuto la libertà di farlo. Appunto, futuro e libertà.
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