“Abbiamo spesso dato l’idea di essere interessati a parlare soprattutto a chi c’era già: non basta più, se mai è bastato. Non parliamo solo ai gloriosi reduci di lunghe stagioni del passato. Vogliamo parlare a chi c’era, e coinvolgerlo. Ma anche a chi non c’era”. È un passaggio del documento della candidatura di Matteo Renzi alla segreteria del Pd.
Renzi poi dice: “Vuoi anche i voti del centrodestra? Sì. E vuoi i voti di Grillo? Assolutamente sì. Non è uno scandalo, è logica: se non si ottengono i voti di coloro che non hanno votato il Partito democratico alle precedenti elezioni, si perde”.
“Matteo è molto conosciuto per i suoi slogan, ma il suo slogan migliore è la concretezza delle cose realizzate da amministratore”. Nel testo vengono citati, tra l’altro, dalla riduzione dell’Irpef al taglio dei costi del personale comunale.
Serve, si legge ancora, “un partito che sappia comunicare bene. Perché la parola comunicazione non deve fare paura. Chi non comunica è perduto”.
“Vuoi anche i voti del centrodestra? Sì. E vuoi i voti di Grillo? Assolutamente sì. Non è uno scandalo, è logica: se non si ottengono i voti di coloro che non hanno votato il Partito democratico alle precedenti elezioni, si perde”, spiega il documento.
“Crediamo nel bipolarismo e nell’alternanza. Pensiamo che le larghe intese siano una faticosa eccezione, non la regola. Vogliamo un bipolarismo gentile ma netto”. In questa chiave, si aggiunge, va declinato il nodo della legge elettorale. “Pensiamo il Pd abbia il dovere di fare la prima mossa sulla legge elettorale partendo dalla Camera dove ci sono i numeri per modificare il sistema”.
Documento Cuperlo, no comitato elettorale permanente – “La distinzione delle figure del candidato premier e del segretario non può essere trattata come un cavillo. È una scelta politica e culturale. Il partito non è un comitato elettorale permanente a servizio dei candidati alle varie competizioni elettorali”, queste invece le parole contenute nel documento di candidatura di Gianni Cuperlo alla segreteria Pd.
“Si deve prendere atto che i vincoli europei offrono maggiori margini di azione. Portando il deficit dal 2,5 previsto al 2,7 (quindi sempre al di sotto del 3%), si potrebbero destinare circa 3 miliardi agli esodati, all’occupazione giovanile e a un programma straordinario di investimenti per la messa in sicurezza del territorio”, si legge ancora.
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